A Roma in 5

Prima giornata

È venerdì mattina di metà dicembre e ci troviamo in 5 Amiche sul binario aspettando il primo treno che ci porterà alla stazione centrale. Siamo cariche di adrenalina per la gita che stiamo per iniziare, nonostante la levataccia. Pochi minuti e arriviamo alla stazione centrale dove sta entrando il nostro treno che ci porterà a Roma in poco meno di due ore.

Dall’emozione saliamo nella vettura sbagliata e ci tocca avventurarci tra file di persone che stanno sistemando grosse valigie e bagagli. Un pigia pigia che si potrebbe evitare scendendo dal treno per raggiungere da fuori la nostra vettura. Ma ormai ci siamo impadronite della nostra avventura e nessuno vuol mollare!
Finalmente arrivati a destinazione prendiamo possesso dei nostri posti come guerrieri che si avventano sui propri bottini. Non appena sedute vengono aperti i tavolini dove spunta come d’incanto la meritata ricompensa. Due mazzi di carte! Infatti ancora non si sono chiuse le porte del treno è già abbiamo le carte in mano.

Il viaggio passa così veloce che non c’è tempo neanche per la rivincita, visto che la coppia vincente è sempre la solita...
Arrivati alla stazione Termini di Roma prendiamo la Metropolitana che ci dovrebbe portare in piazza di Spagna, ma ci avvertono essere chiusa per lavori e ci tocca scendere alla seguente, Flaminia.
Poco male perché così abbiamo l’occasione di vedere la piazza del Popolo, purtroppo con la pioggia. Impacciate con le nostre borse e zainetti riusciamo a malapena ad aprire gli ombrelli ed evitare di inciampare nelle pozze d’acqua più grandi. E non riusciamo a fare nemmeno una foto, né tanto meno ammirare la piazza e le sue beltà.

Ecco cosa ci siamo perse:
- L’obelisco egizio del 1200 a.C. 
- Le fontane della Dea di Roma e quella di Nettuno
- Le due chiese gemelle: Santa Maria dei Miracoli e S. Maria in Montesanto
Più tardi leggiamo che Nerone si è suicidato proprio in questo luogo sotto un noce.

Camminiamo per 500 m sulla via del Corso illuminata con le luci natalizie e si arriva al nostro luogo di pernottamento in via dell’Arancio.
Ma prima di affrontare i 4 piani senza ascensore, la nostra amica G. ha bisogno di fare una sosta per ricaricare le batterie delle sue gambe al Caffè Monte d’Oro proprio all’angolo. Scopriamo con molto piacere che il piccolo bar, quasi insignificante e fuori dal giro turistico, ha però una bella stanzetta attigua con un grande tavolo dove poter consumare il caffè in tutta tranquillità. Ci allarghiamo a piacere su tutte le sedie disponibili e prendiamo il caffè con degli ottimi pasticcini ai cereali. 
Questa stanzetta verrà monopolizzata da noi per ben 4 volte in soli due giorni! 
Il nostro Caffè Monte D'Oro
Non abbiamo più scuse, vanno affrontati i 4 piani di scale. Qualcuno ha serie difficoltà nelle salite, quindi non è facile. Il bello è che non sanno cosa gli aspetta in questi due giorni di visite a Roma.
Dopo la prima fatica però veniamo deliziate da un appartamentino veramente accogliente, comodo e moderno. Ci fiondiamo all’ispezione di tutte le stanze mentre il proprietario, molto gentile cerca di spiegarci tutte le moderne tecnologie della casa: la cucina ad induzione elettrica, il lucernario con il telecomando (che ovviamente non si apre perché è intelligente, sta piovendo a dirotto), la doppia doccia con il massaggio (ma chi se la fa la doccia in coppia ci si chiede...) e l’apertura delle porte con il codice. A me tocca ascoltarlo, le altre hanno già preso possesso dei bei letti, infatti molto invitanti!
In conclusione l’ambientino merita i 4 piani a piedi.

Montecitorio

Dopo una breve perlustrazione della casa ci si prepara per l’uscita, la visita alla mostra di Montecitorio per i 100 anni della Camera dei Deputati e l’appuntamento con il Quirinale. Inforchiamo nuovamente gli ombrelli, piove ancora e il cielo non sembra voler dar tregua. Si percorre via del Leoncino, passiamo nei pressi della basilica di San Lorenzo in Lucina senza degnarle neanche uno sguardo o una foto dell’esterno. Si prosegue su via di Campo Marzio e si arriva sul retro di Palazzo Montecitorio.
Piazza Montecitorio
La nostra amica G. è già stata informata delle scale da fare, quindi si sta già preparando a prendere fiato, noi altre rincariamo la dose degli scalini da fare, ci si diverte a spese sue. Ma lei, molto diplomatica ha sempre l’alternativa in serbo: “vado in taxi o vi aspetto in un bar”.
Ma noi non la lasciamo, anche perché noi altre non siamo messe tanto meglio, ognuna ha i suoi punti deboli.
Si sale la stradina adiacente a Montecitorio, via della Missione (quella dei parlamentari?), pochi scalini e spuntiamo proprio in piazza Montecitorio, quella che vediamo quasi tutti i giorni in TV, e da dove entrano ed escono i nostri illustri parlamentari😳, oggi ci entriamo anche noi. Meno male perché piove ancora.
Sull’uscio ci sono due poliziotti, nell’atrio dell’entrata ci sono un’altra schiera di custodi, poliziotti ed uscieri. Passiamo dallo scanner, giustamente, per evitare che vengano introdotte delle armi (forse a qualcuno verrebbe in mente di portarle). Veniamo subito indirizzate verso un’altra custode che ci invita a lasciare ombrelli, borse e cellulari, insomma manca poco ci spogliano. La nostra amica S. con problemi di udito deve farsi dire 5 volte la procedura da seguire e tutte siamo turbate da doverci separare dal nostro amatissimo cellulare.
L’accoglienza non ci sembra tale, ma saliamo le scale, per la gioia di G. che dopo qualche insistenza riesce a trovare un ascensore. Lunghe scale con i tappeti bordeaux, decorazioni alle pareti, busti e quadri, altre immagini... ma se non possiamo fare delle foto, come facciamo a ricordarci poi cosa abbiamo visto? Capite, abbiamo una certa età....
Grandi corridoi ovunque, ogni pochino c’è un tavolo con una custode, quasi tutte donne, in divisa con gonna e giacca blu scuro. Tutte si affrettano ad indicarci la sala dell’esposizione, non possiamo fare neanche un passo in un’altra direzione.
Arriviamo alla sala dove sono esposti i documenti storici riguardanti il parlamento. Tante piantine e progetti di costruzione fatte a china, foto dell’epoca e la cosa più interessante è il modellino in legno del parlamento, con tutti i dettagli in minuziosa fattura. Ma non possiamo fare neanche una foto.
Ci è concesso di vedere una sala antistante, quella dedicata alle donne del parlamento voluta da Laura Boldrini nel 2016 con fotografie in bianco e nero, molto grandi di alcune delle donne che hanno frequentato questo palazzo.

La Sala delle Donne

Nel 2016 è stata inaugurata la Sala delle donne, per ricordare anche attraverso le immagini le prime donne entrate a far parte delle Istituzioni della Repubblica italiana. Nella Sala si trovano i ritratti delle 21 deputate elette all'Assemblea costituente, delle prime sindache elette tra la primavera e l'autunno del 1946, della prima donna che ha assunto la carica di Ministro, Tina Anselmi, della prima Presidente della Camera, Nilde Iotti e della prima Presidente di Giunta regionale, Anna Nenna D'Antonio.
Ad oggi nessuna donna ha mai ricoperto in Italia la carica di Presidente della Repubblica o di Presidente del Consiglio dei ministri, per questo motivo su una parete della Sala sono stati collocati degli specchi: per rimarcare un'assenza, per indicare un percorso da compiere ma anche per ricordare alle donne che vedranno la propria immagine riflessa negli specchi, che potrebbero essere le prime a ricoprire tali cariche. 
(Dal sito di Montecitorio)

Due delle nostre donne si avventurano per pochi passi in un corridoio proibito e subito spunta di corsa una divisa blu che le fa ritornare sui loro passi. Ormai non c’è altro da vedere, scendiamo e recuperiamo i nostri averi e usciamo contente di aver potuto varcare anche noi una volta quella soglia, ma deluse dall’accoglienza. Sarà che quelli del palazzo diventano tutti così? 😱

Pausa pranzo

Si torna sotto ai nostri ombrelli per attraversare piazza della Colonna e via del Corso ed infilarci nella bella galleria intitolata ad Alberto Sordi (edificio inaugurato nel 1922 - una delle sedi della Presidenza del Consiglio dei ministri con una galleria commerciale con oltre 20 negozi - riaperta nel 2003 dopo la ristrutturazione ed intitolata all'attore romano Alberto Sordi, scomparso proprio quell'anno) 
Bei negozi, tanti addobbi natalizi e una grande struttura natalizia a forma di albero piena di luci rosse e bianche che campeggia all’entrata, non possiamo fare a meno di farci la foto, felici soprattutto di stare all’asciutto!
Ma non è momento di spese, e non certo in questa galleria, oddio, qualcuna di noi ci farebbe un pensierino, ma rimane tale.
Galleria Alberto Sordi
È mezzogiorno e possiamo pensare al pranzo. Uscite dalla galleria sul retro a pochi passi c’è Pane e Salame, un piccolo localino, ambiente casalingo e semplice. Siamo i primi, ci sono 4 tavolini e uno grande per noi 5 ed eventualmente altre persone. Tanto personale dietro al banco e a servire...ma a chi? Lo vedremo da lì a poco perché nel giro di una trentina di minuti il “localino” si riempie velocemente tanto da lasciare diversi clienti fuori in attesa sulla strada. Infatti il locale è piuttosto rinomato! Ma noi ordiniamo i nostri panini che arrivano su un lungo tagliere di legno. Panini semplicemente squisiti, sia il pane stesso che gli ingredienti molto vari. Stiamo benissimo, panino ottimo e quasi quasi ci dispiace di dover andare.

Da 'Pane e Salame'

Fontana di Trevi

Ci aspetta il Quirinale con la visita prenotata alle 13.30. Ma prima si va per via dei Crociferi per arrivare dopo appena 100 m alla bella Fontana di Trevi addossata al palazzo Poli e finita nel 1762, è bianchissima in questa giornata grigia di pioggia. Lucente, maestosa un vero piacere per gli occhi, anche perché c’è molta meno gente del solito, certo, con questo tempo i turisti preferiscono visitare le chiese e i musei, al chiuso e all’asciutto. Noi approfittiamo per qualche foto sotto gli ombrelli, ma rinunciamo con rammarico a buttare la monetina per l’augurio di ritornarci (sappiamo di poterlo fare anche senza monetina!).

Fontana di Trevi sul retro di Palazzo Poli -  di Giuseppe Pannini 1762


A proposito, secondo la leggenda, chi lancia una moneta nella fontana tornerà a Roma; se ne lanci 2 troverai l’amore e se ne lanci 3 ti sposerai a Roma. C’è inoltre un modo corretto per lanciare le monete: devi essere di spalle alla fontana, lanciare con la mano destra, passando sopra il braccio sinistro. Ci sono diverse versioni di questa leggenda che dicono anche che la terza moneta lanciata assicura il divorzio se sei sposato. 😄

Il Quirinale

Si continua il nostro percorso girando davanti alla fontana per poi entrare in via di S. Vincenzo. La nostra amica S. è in crisi d’astinenza da caffeina e facciamo quindi una sosta in un bar pasticceria. Lei prende il suo caffè e attacca bottone con la barista promettendole che ripasseremo tutte a fare merenda dopo la visita guidata. Non sa che non passeremo più di là. Si gira in via della Dataria e dobbiamo far soffrire ancora la nostra amica G. perché la strada è tutta in salita per finire con una bellissima scalinata molto ampia che finisce in cima al piazzale del Quirinale, che sta appunto su uno dei sette colli di Roma.
Tanto per ricordare quali sono i sette colli:
Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale, Viminale

Salita alla piazza del Quirinale da via della Dataria

Piazza del Quirinale
Oggi è la giornata istituzionale e quindi siamo già pronte ad affrontare il palazzo del massimo rappresentate del paese! Il Palazzo Presidenziale.
Il muro di contenimento della piazza lungo la salita di Montecavallo è in mattoni rossi e travertino chiaro con delle nicchie nelle quali ci sono alcune statue, molto scenografico!

Muro di contenimento della piazza del Quirinale sulla salita di Montecavallo
Saliti a gran fatica, non perché sia una scalinata difficile, ma perché tutte noi cinque soffriamo insieme alla nostra amica G. che sospira ad ogni scalino, ma in compenso gioisce appieno ogni luogo e ogni visita, dimostrandolo con il suo bel sorriso e la sua tempra allegra.
Nella piazza troneggia uno dei 13 obelischi di Roma (di granito rosso di Assuan del I sec d.C.) in mezzo alla fontana dei Dioscuri. La nostra amica M. prova ad avvicinarsi all’entrata principale del palazzo, ma le due volanti parcheggiate ai lati le fanno un brusco cenno di spostarsi immediatamente .... Spaventata ritorna sui suoi passi, e noi ovviamente ridiamo. Si vede che non siamo abituate a stare in mezzo alle istituzioni, tutto ha dei limiti invalicabili qua.

Obelisco di piazza del Quirinale e fontana dei Dioscuri
L’entrata è sul lato di via del Quirinale dove aspettano già altri gruppi di visitatori. Anche qui si passa dallo scanner, ma non dobbiamo consegnare nulla, anzi sono loro a metterci un bel badge vistoso, che viene riconsegnato all’uscita, ma la nostra amica Z. chissà come mai se l’è ritrovato in borsa una volta tornati all’albergo.
Qui ci aspetta un primo custode che fa una breve introduzione dicendoci che le guide che ci accompagneranno nella visita sono giovani universitari volontari. Ci avverte anche che ‘non siamo obbligati a fare delle foto’ 😃, ma possiamo farle con discrezione e senza flash. Noi siamo già felici, come facciamo altrimenti a ricordarci tutto quello che vedremo?
Ma la cosa più interessante e accogliente è stato sapere che l’apertura alle visite del pubblico le ha volute proprio il presidente Mattarella, perché così dice: Il Palazzo è la casa di tutti gli Italiani e di tutti quelli che la vogliono visitare e conoscere.
Bene, un grande inizio per sentirci già a nostro agio.
Non tanto per la nostra G. che vede lunghe scalinate ovunque. Ascensore?

Il torrino con le bandiere: Italia - Europa - Presidenziale
Il piazzale interno
Una delle tante scalinate
La nostra guida, studente della facoltà di scienze politiche, è molto preparata e ci spiega con passione ogni cosa. Si inizia subito con la suntuosa sala dei corazzieri con un soffitto spettacolare. Passiamo poi da un salone all’altro rimanendo a bocca aperta per l’ammirazione. Quante sale, decorazioni, oggetti preziosi, arazzi, dipinti e arredi, tutto perfettamente sistemato e conservato, come nei migliori musei, con la differenza che queste sale con i loro salottini, sedie e poltrone vengono davvero utilizzate in molte occasioni istituzionali.

Splendido soffitto della Sala dei Corazzieri

Sala delle Virtù

Sala delle Logge

Sala di Druso
La guida ci spiega infatti l’utilizzo di ogni sala, sia nella storia quando il palazzo era la dimora papale, durante il regno dei Savoia e adesso durante la Repubblica.
Vediamo la sala di rappresentanza dove vengono ricevuti i capi di stato, la sala da pranzo per i banchetti di stato, lo studio da dove il presidente fa i suoi discorsi alla TV che tante volte abbiamo visto, la sala stampa, ecc. Una più bella e ricca dell’altra.
Preziosissimi lampadari di Murano, una grande collezione di orologi da tavolo, mosaici, tappeti, porcellane e specchi.

Lampadario di Murano della Sala di Rappresentanza
Vaso nella Sala delle Virtù

Sala degli Ambasciatori - Galleria di Alessandro VII


Ma la cosa più bella è proprio il modo accogliente di poter visitare il palazzo, senza quelle limitazioni imposte a Montecitorio, tranne quelle di buon senso e di rispetto per le grandi bellezze che sono presenti. La guida ci lasciava il tempo per le foto, anzi ci invitava a farle per aver un bel ricordo. I custodi c’erano ma con discrezione e con gentilezza, erano proprio loquaci e disponibili.

Arriviamo poi a una stanza oscura dov’è allestito un enorme presepe, anzi, un intero paesino, ci dicono rappresenti Matera. Poi si passa dalla biblioteca del Piffetti, (risalente alla prima metà del ‘700 per una residenza torinese della famiglia sabauda e poi trasportata a Roma nel 1879 per essere adattata ad una delle camere dell’appartamento della regina Margherita, moglie di re Umberto I), una vera chicca, poi lo Studio del Presidente, il Salone degli Specchi e tante altre sale, saloni e stanze.

Studio del Presidente alla Vetrata

Sala degli Arazzi di Lilla
Salottino Napoleonico



Biblioteca del Piffetti

Sala degli Arazzi

Salone degli Specchi

Presepe del Quirinale rappresentante Matera ad opera del Maestro Francesco Artese
Gli ambienti sono davvero tanti, uno più bello e ricco degli altri, non sappiamo come fare a mettere tutto nelle nostre macchine fotografiche per portarceli a casa e ammirarle ancora una volta. Per quelli che però vogliono farsi un giro virtuale posso suggerire la visita alla seguente pagina del sito ufficiale del Quirinale:
I luoghi del Quirinale

Dopo forse un intero piano di suntuosissime sale scendiamo nuovamente le scale e visitiamo con un’altra guida la grande collezione di porcellane storiche allestite in varie sale. Serviti di piatti, bicchieri, posate, contenitori ed accessori di raffinatissima fattura sia italiana che estera. Le teche sono piene di porcellane bellissime. Tra noi donne scegliamo quelle che ci piacciono e ci illudiamo di utilizzarle per il nostro prossimo incontro tra noi.




L’ultima sala è quella dei presidenti, ad ognuno che è passato da questo palazzo viene dedicata una raccolta di foto e documenti di momenti eclatanti della loro vita da Presidente della Repubblica. Lo spazio del presidente Pertini è il più letto, la sua foto ispira subito simpatia.
Siamo alla fine del nostro percorso arrivando nei corridoi a pianterreno dove è allestito un grande albero di Natale, e dove ovviamente vengono fatte le foto di rito, ognuna di noi vuole reggere una delle sue mega palle!

Prima di lasciare il palazzo approfittiamo per chiacchierare con i custodi per elogiarli per la loro disponibilità ed accoglienza, del tutto diversa rispetto ai custodi di Montecitorio. La cosa gli fa molto piacere e si congedano da noi dicendoci: Ma noi siamo quelli del presidente! 

Quando usciamo dal Palazzo cade ancora qualche goccia di pioggia, ma è decisamente meglio. Prendiamo il vicolo Scanderberg per Via del Nazareno, via delle Fratte e poi via di Propaganda e arriviamo in Piazza di Spagna. Si è fatto sera e iniziamo ad avere la stanchezza nelle gambe. Proviamo a sederci in un bar per riposare e prendere qualcosa di caldo, ma quando vediamo che un semplice caffè lo fanno pagare 4 Euro, ci alziamo tutte di scatto senza neanche consultarci, non faceva proprio per noi questo ambiente stretto e sbrigativo. Certo, siamo proprio nel centro turistico e i prezzi si alzano e purtroppo la qualità si abbassa.
Ci fermiamo per qualche foto alla fontana della Barcaccia (del Bernini intorno al 1630) ai piedi della famosa scalinata che porta alla Trinità dei Monti e conosciuta in tutto il mondo. Ma come previsto la nostra amica G. non gradisce la nostra proposta di andare in cima alla scalinata, noi le avremmo fatto una bellissima foto!
La Barcaccia di fronte alla scalinata di Trinità dei Monti

Via Condotti in veste natalizia
Prendiamo via Condotti affollata di gente a passeggio, qualcuno si riempie gli occhi con le belle vetrine di quei negozi di fama mondiale e percorriamo quei 400 metri che ci separano dal nostro barettino all’angolo.
Arriviamo al bar e come fossimo a casa propria ci precipitiamo a monopolizzare la stanzetta, ordiniamo i nostri caffè, té, succhi e ovviamente anche i buoni pasticcini ai cereali. Ci sentiamo già a casa!

La nostra amica G. ha preso nuovamente le forze per affrontare i 4 piani di scale per il nostro appartamentino. Siamo tutte felici di fare una sosta, perché nonostante è sera ancora ci manca il vero motivo della nostra due giorni romana: l'Ara com'era
Quindi ben venga la sosta…ma ovviamente attorno al tavolo per fare una partita di carte! Io invece mi butto sul letto per far riposare lo psoas (non è la mia mascotte, ma un muscolo che si è deciso di darmi fastidio già da due giorni).

L’Ara com’era


Alle ore 20 abbiamo la prenotazione per la visita all’Ara Pacis con la realtà aumentata immersiva in 3D e quindi ci prepariamo per uscire. Siamo ad appena 200 m dal sito e quindi ci arriviamo rapidamente (un modo di dire, visti i 4 piani di scale da fare!). Il monumento dell’Ara Pacis oggi è custodito sotto una nuova costruzione fatta prevalentemente di grandi vetrate e travertino (inaugurato nel 2006 e realizzato dall’architetto statounitense Richard Meier). Per il disappunto dell’amica G. ci sono nuovamente una serie di scalinate da fare per accedere al maestoso ingresso.
La visita si svolge a piccoli gruppi che entrano via via ogni 15 minuti, infatti dopo una breve attesa è il nostro turno. Ad ognuno di noi viene dato da indossare un grosso visore con cuffie imbottite, ci fanno una breve spiegazione di come utilizzarlo e ci fanno accomodare sulle sedie per un video introduttivo.


Il video si guarda attraverso il visore rimanendo subito stupite dalle immagini, tutto si illumina come se fossimo dentro al video stesso. Giriamo il capo in tutte le direzioni ed è come essere fisicamente in un ampio parco con l’altare dell’Ara Pacis di fronte a noi, in pieno giorno, con alberi, piante e sentieri, e veri personaggi che ci camminano a fianco, una scena talmente realistica che rimaniamo affascinate. Siamo in epoca romana anno 9 a.C. e ci sentiamo far parte della Storia che ci viene proposta. Il monumento voluto da Augusto per celebrare le vittorie e simboleggiare la pace e prosperità portata è anche altare dove fare i sacrifici. Ce lo fanno vedere, anzi, partecipiamo direttamente davanti a loro al sacrificio di un bue a cui tolgono un organo per portarlo in cima all’altare. Fortunatamente nelle immagini della scena la finzione è piuttosto evidente e quindi viene vista come mero reportage storico. Ma abbiamo ben chiaro il senso di quello che abbiamo davanti a noi.
Il video termina ma non le sorprese. Ci si sposta ora davanti all’altare osservando attraverso il visore le singole pareti tutto intorno. Davanti ad ogni lato si inquadrano i pannelli decorativi dove rimangono soltanto alcuni frammenti delle sculture, ma che con il visore appaiono progressivamente tutte le immagini completando i fregi splendidamente colorate, perché si, quello che oggi vediamo tutto bianco in realtà era all’epoca un trionfo di colori. Ognuno dei visitatori è assorto nella visione di queste pareti e sculture, ascolta con attenzione il narratore che spiega i vari pannelli:
Il Lupercale - Il sacrificio di Enea - Personificazione di Roma - La Saturnia Tellus - La Processione

Saturnia Tellus - uno dei pannelli meglio conservati
Questa visita in ‘realtà aumentata 3D’ è assolutamente incredibile, siamo proprio rapite dall’esperienza. Ci dispiace che sia finito, il tutto dura appena una 50tina di minuti.
Oggi le immagini sono ancora un po’ sgranate, ma sono sicura che la tecnica potrà un giorno rendere immagini ad altissima risoluzione da stravolgere il visitatore.

La serata volge alla fine

Mausoleo di Augusto - in fondo la cupola della Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso
Alle nove di sera siamo nuovamente fuori e con una gran voglia di sederci a cenare. Dietro consiglio dei ragazzi custodi all’Ara Pacis si va a un ristorantino ad appena 300 m dietro al monumento lungo la passeggiata di Ripetta. Passiamo davanti al Mausoleo di Augusto, vedendo solo degli alberi illuminati di un verde molto intenso, scorgendo appena una parte della grande costruzione.
Il locale è accogliente e ci troviamo subito bene. 
Abbiamo fame, ordiniamo, mangiamo ma siamo anche esigenti e non tutto è come ci si aspettava. Al proprietario tanto gentile che ci serviva gli abbiamo fatto notare che i crostini erano talmente duri che non si riusciva neanche a spezzarli. Che purtroppo ci aspettavamo ci fossero i carciofi, ma non ce ne erano. La pasta era leggermente oltre la cottura, e poi non abbiamo avuto il coraggio di dirgli anche che il vino non ci era piaciuto. Terribile avere come commensali 5 donne casalinghe, ma noi ci siamo divertite lo stesso e non abbiamo proprio lasciato nulla sul piatto!

Tornando a casa passiamo vicino al ponte Cavour, lo percorriamo a metà per scorgere magari il ponte e il Castel Sant’Angelo che visiteremo l’indomani, ma ci troviamo proprio prima di un gomito del Tevere e non vediamo altro che le sue acque immerse nel buio.
Tornati al nostro appartamentino G. moccola salendo le scale per la terza volta in una giornata! 😂😂😂

Seconda giornata

Il sabato ci sveglia con una giornata splendida di sole, ma molto fredda. Ci facciamo varie caffettiere di caffè, il té e mangiamo alcuni pasticcini confezionati. Non è il massimo per iniziare la giornata, ma giù all’angolo ci aspetta il nostro barettino! Ci prepariamo e dobbiamo anche lasciare i nostri zaini alla reception, visto che in serata abbiamo il treno per tornare a casa. Ci lasciano soltanto un codice per aprire la porta e ritirare i bagagli, favoloso, cosi non abbiamo il problema dell’orario.
Entriamo nel nostro barettino spavalde come se fossimo a casa nostra, la barista molto gentile ci lascia fare. Questa volta è solo per un caffè veloce, la giornata è ancora lunga.
Ci dirigiamo verso il ponte Cavour che avevamo appena visto la sera precedente, fermandoci prima alla fontana del Porto di Ripetta, ora con uno splendido sole possiamo fermarci per scattare tante foto. Attraversiamo il ponte, camminiamo sul Lungotevere Prati entriamo brevemente in una chiesa in stile gotico tutta bianca illuminata dal sole splendente. È la Chiesa Sacro Cuore del Suffragio.

Fontana del Porto di Ripetta
Chiesa Sacro Cuore del Suffragio
Corte Suprema di Cassazione
Continuiamo sul Lungotevere in direzione di Castel Sant’Angelo passando davanti all’enorme palazzo della Corte Suprema di Cassazione (costruito in travertino intorno al 1900 dal architetto perugino Calderini molto contestato) davanti al ponte Umberto I.

Piazza Navona

Visto che abbiamo ancora tempo prima della visita a Castel Sant’Angelo prenotata per le 11 decidiamo di attraversare il ponte per andare in piazza Navona che sta a soli 200 m dopo il ponte, nonostante l’amica G. vorrebbe risparmiare energie per le visite che ci attendono, ma tutte pensiamo che comunque ne valga la pena. Entriamo nella piazza dalla parte della Fontana di Nettuno, splendida piazza, splendida giornata e una moltitudine di gente, ci siamo anche noi. Il giro è molto breve, fino alla fontana dei Quattro Fiumi (Nilo, Gange, Rio de la Plata, Danubio, opera del Bernini) davanti alla chiesa di S. Agnese in Agone (che due di noi avevamo visitato pochi mesi prima).

Fonatana di Nettuno e quella dei Quattro Fiumi davanti alla chiesa di S. Agnese

Una delle leggende più famose racconta che la statua rappresentante il Rio de la Plata alzi il braccio per paura della caduta di S. Agnese in Agone, opera del Borromini (antagonista del Bernini). Si dice anche che la statua del Nilo abbia il viso coperto per non guardare la stessa chiesa del Borromini. Si tratta di una leggenda perché la fontana fu conclusa nel 1651, un anno prima dell’inizio dei lavori della chiesa.

Ci godiamo ancora qualche momento nella bella piazza per poi tornare indietro sul ponte e continuare sul Lungotevere che si trasforma ora in una lunga bancarella di oggettistica, souvenir e libri usati in vendita. Pochi passi e già siamo davanti all’imponente Castel Sant’Angelo o Mausoleo di Adriano (costruito da Adriano nel 125 d.C. come suo mausoleo funebre) che si mostra in pieno sole. Il piazzale antistante è pieno di turisti ma il posto è splendido, davanti al mausoleo c’è il bellissimo Ponte Sant’Angelo costruito nel 134 d.C. con le 12 statue degli angeli della scuola del Bernini intorno al 1670. Sulla destra del mausoleo si proietta la Via della Conciliazione dove in fondo emerge la cupola di San Pietro, la basilica che ci vedrà nel pomeriggio.

Mausoleo di Adriano - Castel Sant'Angelo
Mura del castello e statua di uno dei 12 angeli del ponte
Vista da Ponte Sant'Angelo - sulla destra la cupola della basilica di San Pietro
La nostra amica G. ha appena tempo per riposarsi un po’ sul parapetto del lungotevere e ammirare il fiume in pieno sole, quando ci tocca prendere posto per la nostra visita guidata in un piccolo gruppetto di 15 persone con una guida molto ben preparata. La visita è estremamente interessante non solo per le varie vicende storiche che ci raccontano, ma anche perché veniamo portati nei vari ambienti attraverso corridoi e stretti cunicoli, stanze segrete e nascoste. Per visitare le antiche prigioni ci tocca persino indossare un caschetto antinfortuni viste le bassissime aperture tra una stanza e l’altra.

Scale, corridoi, balconate e anfratti

Il passetto dei Papi purtroppo interdetto


Per la gioia (!) di alcune di noi, il percorso si svolge rigorosamente salendo e scendendo degli scalini, ma in compenso ci sono delle balconate con panorami mozzafiato!
Il percorso continua tra diversi ambienti come il vano degli orci per l'olio (uso prevalente per l'illuminazione e uso militare), l'armeria,  il cortile delle fucilazioni, le stanze di rappresentanza con soffitti finemente decorati e il famoso bagno con la stufetta di Clemente VII. Questo è un piccolo spazio tra corridoi e scale, ma rivestito con una fitta decorazione a grottesche e una piccola vasca da bagno con addirittura due bocchette d'acqua, una per l'acqua calda, l'altra per l'acqua fredda (sono rappresentate rispettivamente con un braciere fumante e un bacile d'acqua), cosa assolutamente insolita per l'epoca.

Vista dalle balconate

Oliare in muri di cemento novecenteschi, sono 83 giare in terracotta

Particolare detl soffitto della sala di Amore e Psiche

Armeria

La Stanza della Stufetta di Clemente VII  suo bagno privato del 1525

La visita guidata finisce senza poter visitare il Passetto dei Papi (che unisce il castello con la basilica di S. Pietro) che è stato chiuso per lavori pochi giorni prima del nostro arrivo, peccato, sono anni che vorrei poterlo attraversare, ma lo trovo sempre interdetto.
Continuiamo per conto nostro la visita al castello, salendo fino al terrazzone dove c’è una meravigliosa vista a 360 gradi e un sole che ci riscalda piacevolmente.


Vista su San Pietro

Pausa Pranzo

Si inizia la discesa districandoci attraverso scalinate, stanze e corridoi, ognuno prende percorsi diversi ma alla fine ci ritroviamo tutte giù all’ingresso del castello. Sono quasi le 14 e abbiamo lo spirito pieno e la pancia vuota. Siamo però in pieno centro turistico e non è facile trovare un bel posticino a gusto nostro per sedersi a mangiare. Prendiamo il Borgo Pio, parallelo alla Via della Conciliazione, passando sotto al ponte del passetto dei Papi e veniamo assalite dai PR degli innumerevoli ristoranti della via, ognuno offrendoci i migliori prezzi e servizi. Abbiamo l’imbarazzo della scelta perché tutte le opzioni sono rivolte a turisti frettolosi con l’unica esigenza di pagare poco e mangiare tanto. Anche noi vorremmo non lasciare tutto il portafoglio al ristorante, ma ci piacerebbe mangiare poco ma bene. Finalmente si decide per uno di questi non sapendo che all’interno ci aspetta una sala con un numeroso gruppo di turisti spagnoli. Ormai ci siamo e ci rimaniamo. Arrivano anche due musicisti di strada con i loro strumenti a suonare per il gruppo di turisti, la sala è piena e si piazzano proprio accanto a noi facendo un gran fracasso. Purtroppo non si può pretendere di meglio a pochi passi dal Vaticano, tutto è pieno di turisti.
Siamo felici di finire il nostro pranzo…ma cosa abbiamo mangiato?

Via della Conciliazione e San Pietro
Muraglia del Passetto dei Papi

San Pietro - Vaticano

Alle 15 siamo in piazza San Pietro a fare la fila per passare dallo scanner prima di accedere alla basilica.
Che bei tempi quando tutta la piazza e l’accesso delle scale erano libere, si aveva una bellissima sensazione di ampiezza, maestosità e libertà. 
Noto anche grandi cambiamenti nella parte destra della basilica, laddove si accede alla cupola, una volta tutto all’esterno, invece ora hanno fatto un lungo corridoio ampio tutto coperto dove si trovano l’accesso alla cupola, gli ascensori, i servizi igienici e il guardaroba.
Entriamo nella basilica e andiamo direttamente a vedere la Pietà di Michelangelo sulla destra, ormai anch’essa da molti anni dietro una grande vetrata. Alcuni di noi la ricordano ancora in mezzo all’entrata, libera, ci si poteva girare intorno, a distanza ravvicinata. Infatti era tanto vicina che nel 1972 un turista ungherese/australiano in preda alla pazzia diede dei colpi di martello alla Madonna staccandogli un braccio! Pazzesco!

La Pietà di Michelangelo dietro alla vetrata
Colonnato di San Pietro con un totale di 286 colonne e 140 statue
Facciata e piazza San Pietro del Bernini 1660

La curiosa storia della Nascita

Il nostro principale scopo della visita è però il magnifico baldacchino del Bernini sotto il quale vi è la sepoltura di San Pietro. Il motivo non è per la devozione a San Pietro però, invece perchè siamo venute a sapere sui curiosi rilievi scolpiti sui 4 piedistalli in travertino che sorreggono le altissime colonne di bronzo, vorremmo vedere da vicino la storia in essa narrata, cioè quella di un parto, il mistero della nascita, di cui ho fatto una breve ricerca trascritta in questa pagina.
Rimaniamo però molto deluse nel vedere che tutta la zona antistante è transennata per un evento riservato ai soli residenti della città del Vaticano. Possiamo solo guardare il baldacchino da troppo lontano per poter intravedere ciò che cerchiamo. Ci riposiamo sulle panche e ripassiamo la storia del mistero. Poi decido di avvicinarmi alle transenne, un custode in vena di chiacchere ascolta la mia delusione per non poter fotografare da vicino i piedistalli. E molto simpaticamente mi apre la transenna dicendomi che “non mi ha visto entrare”. Evviva! Non ci posso credere, vado subito al dunque e faccio le foto ai due piedistalli più vicini perché gli altri due sono irraggiungibili tra sedie e panche ancora vuote. Sono felicissima e il custode merita un dieci e lode, almeno per me, non so per i suoi superiori della sicurezza.
Il risultato sono le seguenti foto:

Baldacchino in bronzo del Bernini- piedistallo da lontano

Stemma con le api della famiglia Bernini 




Differenti espressione dei visi secondo il differente momento del parto


Usciamo finalmente soddisfatte dalla nostra visita alla basilica e prima di lasciare anche la grandiosa piazza ormai al tramonto ci fermiamo a vedere il grande presepe di sabbia di cui G. ci aveva raccontato. La sabbia è stata portata con 20 camion (700 tonnellate) dalle spiagge di Jesolo (Venezia) ed è stata scolpita da 4 scultori di sabbia per due settimane.


Presepe di sabbia in piazza San Pietro
La nostra due giorni romana è finita, ma non prima di ritornare ancora una volta al nostro barettino dell’angolo. Infatti dobbiamo ancora ritirare i nostri bagagli lasciati alla reception ed arrivare alla stazione Termini per prendere il treno di ritorno. Due di noi riescono a prendere un taxi e le altre tre tornano a piedi all’albergo, in fondo è appena 1 km dal Vaticano.
Ci ritroviamo tutte al nostro barettino, per l’ultima volta monopolizziamo la stanzetta, facciamo merenda e qualcuno acquista anche una scorta di pasticcini ai cereali da portare a casa. Veniamo poi invitate a lasciare il bar, non per abuso di monopolio, ma perché il bar è in chiusura e devono fare le pulizie. Siamo state proprio bene là.
Prendiamo i bagagli e ci avventuriamo a trovare un taxi disponibile. È sabato sera e di taxi non se ne vedono, e noi ne abbiamo bisogno di due. Dopo una buona attesa di mezz’ora quando stavamo già valutando un piano B con la metropolitana, ecco due taxi disponibili che ci portano finalmente alla stazione.
Siamo in tempo ancora per esaudire le repentine voglie dell’amica S. che vuole un gelato, meno male c’è Venchi dentro la stazione, le altre siamo ora doppiamente infreddolite al vederla con il suo cono al pistacchio.
Arriva il nostro treno e nuovamente ci avventiamo sui nostri posti come guerriere, questa volta un po’ più stanche e appagate, ma con ancora le energie per una finalissima partita a carte.  
Si ride ancora tanto, per la stanchezza e la soddisfazione di aver trascorso due bellissimi giorni in splendida compagnia avendo nuovamente visto e imparato tante cose nuove.

Alla prossima!

Nota importante!

Il racconto qui esposto è assolutamente personale e non è inteso a dare indicazioni e/o informazioni di nessun tipo. I testi sono semplicemente dei ricordi di viaggio personali con l'aggiunta di riferimenti sui luoghi e sulle storie talvolta prese da Wikipedia o altri fonti web pubbliche di cui non siamo responsabili.
Tutte le immagini sono assolutamente fatte da noi e di conseguenza strettamente personali.

Commenti

  1. Dite la verità ma la pura verità !!vi sono mancata ??
    Penso proprio di no 🤣🤣🤣🤣🤣🤣avevate da fare altro 💖💖💖💖

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