L'Oracolo di Delfi

Mercoledi 31

Il tempio di Apollo a Delfi


Quando gli antichi Greci avevano dei dubbi, delle interrogazioni o volevano farsi aiutare nelle decisioni da prendere, ricorrevano agli oracoli, considerati fonte di saggi consigli e profezie. Erano dei veri santuari, luoghi spirituali nei quali si manifestava un emissario che cadeva in estasi assumendo la divinità nel proprio corpo e che poteva quindi dialogare direttamente con gli Dei e dispensare il loro volere e la loro profezia a chi veniva a consultare l’oracolo.

Delfi era il luogo dell’oracolo più prestigioso degli antichi Greci, dove Apollo si manifestava dalla bocca di una sacerdotessa, la Pizia. Delfi era diventato un vero santuario con tanti templi votivi, piazze, locali commerciali e di ristoro, statue, un teatro e persino uno stadio per i giochi Pitici. Il tempio più antico risale addirittura all’età del bronzo (almeno 1200 anni a. C.) e le prime figurine testimonianti l’attribuzione ad Apollo sono del VII sec. a. C.

Allora ci andavano un po’ tutti a consultare l’oracolo, ma anche i vari regnanti e personaggi illustri come Alessandro Magno, ma l’oracolo dispensò predizioni anche su Socrate e tanti altri. C’era tutta una procedura da seguire prima di arrivare al tempio dell’oracolo. Bisognava farsi i lavaggi di purificazione e lasciare i doni sacrificali nei templi dei tesori. Poi si arrivava al tempio di Apollo dove la pizia seduta su un calderone sacrificale si lasciava trasportare dai misteriosi vapori che uscivano dal pavimento per riportare le predizioni.
All’entrata del tempio dell’oracolo dedicato ad Apollo c’era la famosa iscrizione: Conosci te stesso, e noi, che ci vogliamo conoscere e capire, siamo andati per farci travolgere dall’idea di poter consultare ancora una volta l’oracolo… chissà se questo incredibile posto non dispensi ancora buoni consigli…

Delfi il luogo dell'Oracolo

La partenza da Atene è alle 8.30 del mattino con un bus da 60 posti quasi vuoto. In città c’è parecchio traffico e ci vuole un po’ prima di prendere l’autostrada e vedere grandi spazi verdi. Le indicazioni sono per Thessaloniki (Salonicco) e dopo circa due ore di panorami trascurabili ci fermiamo in un punto di ristoro, il classico locale bar – souvenir con accanto una piccola chiesetta in stile bizantino, molto ben tenuta. Dopo una breve sosta si prosegue per una via provinciale tra estesi campi di cotone, infatti ai lati della strada si sono accumulati grandi quantità di batuffoli volati via con il vento. Incrociamo anche qualche camion per il trasporto del cotone, vuoto, ma ancora pieno di resti di cotone rimasti attaccati alla struttura.
 Chiesetta bizantina accanto al punto di ristoro



Il panorama cambia e diventa sempre più montagnoso con vegetazione alta e tornanti panoramici. Siamo ai piedi del Monte Parnaso, centro sciistico molto importante e infatti passiamo dalla cittadina di Arachova che ha il tipico aspetto romantico di una cittadina alpina. L’inverno sembra ancora lontano, ma si vede che il posto è molto frequentato anche in altre stagioni. Faremo una sosta al nostro ritorno.
Arachova in vista
Area vicino al Monte Parnaso

Dopo pochi chilometri arriviamo alla nostra meta, il parco archeologico di Delfi, che si trova poco prima del paesino con lo stesso nome. Ci sono già altri bus turistici, ed è evidente che non saremo da soli. Il sito è disposto sulle pendici di un monte sul lato sud-ovest del Parnaso in pieno sole, cosa molto gradita in questo periodo, non saprei come sarà in estate!

La visita del luogo è ovviamente tutto in salita, con molti resti archeologici e dei panorami incredibili. La nostra guida che ci accompagna in tutto il tour parla inglese non proprio facile da capire inizialmente, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine e soprattutto l’orecchio alla pronuncia. Ma lei è molto paziente, appassionata e anche spiritosa.
Prendiamo la ‘via sacra’ cioè più o meno il percorso che avrebbero fatto i pellegrini del tempo in cerca dell’oracolo, questa volta però con una agevole scalinata in pietra e muratura. Subito all’inizio ci sono le colonne dell’agorà romana, chiaramente una costruzione relativamente recente, era la piazza con negozi e locali di ristoro per i pellegrini in arrivo. Salendo ci sono i resti di diversi templi, dove i pellegrini lasciavano i doni e le libagioni.

Dettaglio dell'agorà romana

Agorà Romana - luogo di locali e ristoro per i pellegrini

La via Sacra - a destra il muro con le pietre poligonali - in fondo il tempio degli ateniesi

Il paesaggio è meraviglioso e i vari resti fanno divagare la mente in tempi lontani, e sembra vero che il centro del mondo sia proprio lì davanti a noi, all’Omphalos, la pietra a forma ovale che indica l’ombelico del mondo, secondo il mito di Zeus
Poi arriviamo alla roccia delle Sibille, le profetesse che venivano  anche loro interrogate per profezie, predizioni e consigli, ma che avevano un responso spesso ambiguo e oscuro.

L'Omphalos - l'ombelico del mondo!

La roccia delle Sibille
La salita è piena di resti di templi votivi e di altari, dev’essere stato un luogo davvero ricco di templi e costruzioni come dimostrano i numerosi resti.

Prima di arrivare al tempio di Apollo si sale accanto al muro poligonale dove ci raccontano venivano incise le scritte sulle intenzioni votive, i ringraziamenti e il comportamento da tenere in questo luogo. 
Tempio degli Ateniesi

Muro poligonale con le iscrizioni votive

Tempio degli Ateniesi per i loro tesori
Arriviamo al tempio di Apollo, ci sono i resti di sei colonne sull’architrave dei quali era incisa la famosa frase: ‘Conosci te stesso’ e dietro alle colonne c'è uno spazio dove c’era la Pizia seduta sul tripode sacrificale e che aspirava i misteriosi vapori che fuoriuscivano dalle fenditure del pavimento, per cadere in trance e poter riportare le profezie, no, non abbiamo visto nulla di ciò, ma ci è piaciuto immaginarlo. La vista è spettacolare e ci dilunghiamo a fare fotografie. 
Oggi come oltre 2500 anni fa i pellegrini che salgono al tempio di Apollo...

 Le colonne del tempio di Apollo e al centro la colonna serpentina in bronzo e a destra quella votiva per il re Prusia II dell’Asia Minore. Le colonne sono alte circa 8/9 mt
Copia della colonna serpentina di un antico tripode sacrificale, l’originale è ad Istanbul



Le pendici del santuario di Delfi
Visitiamo ancora l’anfiteatro ma non saliamo oltre a vedere lo stadio perché il gruppo ha esigenze di orario e dobbiamo ancora visitare il museo che sta giù all’entrata del parco.

 Ritornando sulla via sacra verso l'uscita

Il museo è modernissimo, costruito nei primi del 2000, molto ben allestito e con oggetti di epoca greca e romana, la maggior parte votive proveniente dai templi dei tesori. La nostra guida ci racconta sulle varie vicende storiche del santuario, l'importanza che ha avuto per i fedeli e il suo conseguente sviluppo tanto da dover essere poi amministrato dall'Anfizionia (lega sacrale) che in origine doveva solo gestire la parte spirituale del luogo attraverso i rappresentanti dei vari popoli. Questa lega, una specie di cooperativa, dovette poi curare tutti gli affari economici e giuridici del santuario. Il culto di Apollo e quindi del suo oracolo si è mantenuto fino al III sec. d. C. nonostante incendi e terremoti che l'hanno distrutto varie volte.

Museo Archeologico di Delfi

La Sfinge di Nasso - marmo VI sec. a.C. - mitologia egizia portata in Grecia antica

Come si presentava la facciata del tempio dei tesori di Sifni con le cariatidi

Resti di una delle cariatidi

Fregi della facciata del tempio del tesoro dei Sifni

I due fratelli Cleobi e Bitoni, della mitologia greca del 600 a.C

Artemide come oggetto votivo in avorio ed oro

Omphalos - ombelico del mondo - della colonna del tempio degli Ateniesi
Colonna dedicata dagli Ateniesi, in marmo pentelico con foglie d'acanto e le tre figure ballerine che sorreggono l'omphalos
Le ballerine della colonna dedicata dagli Ateniesi

Foglia d'acanto - particolare della colonna
Statua in bronzo dell'Auriga

Frammenti dei cavalli e del carro dell'auriga 475 a.C.

Statua di Antinoo -  compagno dell'imperatore Adriano
Iscrizione votiva

Dobbiamo tornare al bus e purtroppo non possiamo visitare la parte archeologica che sta a circa 600/800mt dalla parte opposta della strada, dove si trova la fonte Castalia, quella dove i pellegrini usavano purificarsi, e ancora più in basso dove c’è il santuario di Atena Pronaia, l’area dove gli atleti solevano allenarsi per i giochi Pitici che si svolgevano ogni 4 anni, e dove ci sono i resti della Tholos e del tempio di Athena. La guida ci può soltanto raccontare alcuni brevi accenni.

Il bus ci porta invece al paesino di Delfi e all’Hotel Amalia dove abbiamo prenotato il pranzo. Il classico mega albergo, al momento deserto, con una fantastica piscina nella quale ovviamente non faremo nessun tuffo, ma con una splendida vista sulle montagne e le vallate che possiamo ammirare.
Il pranzo è decisamente turistico, antipasto di insalata greca, pollo con melanzane, frutta e dolce. I nostri compagni di gruppo sono di varie nazionalità, noi siamo gli unici italiani e il cameriere sembra gradire, tanto che è sempre da noi cercando di offrirci il bis affermando che gli italiani e i greci sono: Una faccia e una razza!



Ritorniamo al nostro bus e prendiamo la via del ritorno, fermandoci questa volta nel romantico paesino di Arachova per uno stop turistico. Mentre gli altri si fermano ai primi negozietti di souvenir, noi facciamo un breve giro per ammirare una bellissima balconata panoramica.
Di ritorno da Delfi

Arachova, cittadina turistica e sciistica

Balconata di Arachova e dietro i monti del Parnaso



Poi si ritorna sul bus, abbiamo ancora qualche ora di luce solare, poi imbocchiamo l’autostrada quando è già buio. Noto che sull’autostrada ci sono ad intervalli, delle aree toilette, costruzioni non molto grandi ma molto ben illuminate. Intravedo spazi con lavandini, specchi e le porte dei gabinetti, sembrano un ottimo servizio, ma non ci si ferma e non posso confermare.

Arriviamo in albergo intorno alle 19 e nelle strade si sente un gran baccano, ci affacciamo alla finestra e vediamo un corteo di una cinquantina di persone con striscioni e bandiere che non riusciamo a decifrare e che si dirige verso la piazza Syntagma. Quando poi usciamo per la cena non vediamo ne sentiamo più nulla.
Si cena dal Thanassis, vicino alla piazza Monasteraki, una moussakà e un’insalatona greca. Per oggi siamo cotti, domani continuiamo con la visita della città di Atene in un altro post.


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