Caldas de ReisO CruceiroSan Miguel de ValgaPontecesuresPadrón
Oggi è il nostro 12mo giorno di cammino e la meta odierna è la cittadina di Padrón. Come sempre ci svegliamo di buon ora visto che andiamo a dormire con le galline. È ancora buio, dalla finestra si vede la stradine pedonale solitaria e un po' bagnata. Purtroppo la giornata non promette molto, sembra voglia piovere anche oggi. Mi tocca mettere nuovamente le scarpe da trekking estive, quelle mezze chiuse, in previsione di tratti fangosi, ma sarà l'ultima volta che li metto.Lentamente usciamo dal bosco per arrivare nell'abitato, dove non mancano gli horreos, i tipici granai della Galizia. Sono davvero incredibili. Enormi, piccolissimi, in pietra, legno o mattoni, ma ogni giardino ne ha uno!
Arriviamo alla località O Cruceiro, poche case, alcune molto moderne, tanti horreos e una bella chiesa con giardino, la Igrexa de Santa Mariña de Carracedo. Dietro alla chiesa c'è un bel giardino per la sosta con uno dei soliti 'lavaderos', ma questo non è coperto come quelli visti finora. Quà e là si vedono appese delle scarpe, conchiglie e ricordini dei pellegrini di passaggio.
Il percorso prosegue entrando in un bellissimo bosco autunnale con dei colori meravigliosi, una folta vegetazione e nuovamente tanti funghi che prosperano in questo clima temperato e molto umido. La giornata è un po' ventosa. Sono poco più di 2 km di sentiero stupendo. I pellegrini si sono nuovamente diradati e non se ne vedono tanti. La pioggia cade a tratti poi esce timidamente il sole, tutto è molto umido e sembra avere i vestiti tutti bagnati. I sentieri sono però perfetti, non sono assolutamente fangosi.
Poco prima di Pontecesures arriva nuovamente uno scroscio d'acqua. Poi però esce il sole e in quel momento passiamo da una mini piazzetta con due panchine al sole, ci fiondiamo su di esse per fare la nostra sosta pranzo. Facciamo in tempo a consumarlo che ricomincia la pioggia. Intanto si era seduto un altro pellegrino sull’altra panchina, lo osserviamo come si prepara meticolosamente tutto il pranzo, ma poveretto, non riesce a finire di prepararlo che deve mettere tutto via in fretta per la pioggia.
Continuiamo il cammino attraverso la località di Pontecesures per arrivare a quella di Padrón, che sono in realtà come una grande cittadina unica. Poco prima del ponte romano di Pontecesures che collega le due cittadine sul fiume Ulla si passa dalla Iglesia de San Xulián de Requeixo e anche da un passaggio a livello ferroviario.
La proprietaria Belén è molto carina e ci accoglie con molta gentilezza, soprattutto quando sente che sono argentina, come la sua migliore amica. Ci fa vedere la nostra stanza prenotata, è grande con due lettini, un tavolino, le sedie e molto spazio, ma non ha una finestra. A noi ci va bene lo stesso, tanto andiamo solo per dormire. Ma in compenso ci fa utilizzare il bagno per i disabili, solo per noi, dal momento che ci sono pochissimi clienti e nessun disabile. La chiave del bagno è una monetina... Il bagno invece è enorme, con la doccia aperta (per l'eventuale carrozzina) e c'è persino una grande anticamera come spogliatoio. La cosa noiosa è che la doccia è a tempo, pochi secondi e bisogna ripigiare il pulsante, molto fastidioso e poco pratico, per il resto è tutto perfetto. Anche il nostro bagaglio portato da Gesù ci aspetta puntualmente.
Sono appena le 16.00 e decidiamo di fare un giro nella cittadina. Belén ci spiega perchè Padrón è cosi importante in relazione con il Santo di Santiago, cioè San Tiago:
Perché la chiesa di Santiago apostolo di Padrón, custodisce il ceppo al quale è stata attraccata l'imbarcazione del Santo. Clicca qui per conoscere la storia di San Tiago.
Quindi ci incamminiamo verso la piazza lungo il fiume Sar, tra l'altro molto bella, con tante panchine in ferro battuto e dove c'è la chiesa con il ceppo che andiamo a visitare, scorgendo dietro l'altare il famoso ceppo con una bella targa che ricorda l'evento! Poi, dietro suggerimento di Belén, andiamo subito all'ufficio turistico di Padrón per ricevere un diploma di Pedronía, cioè un documento in cui viene certificato che ci siamo effettivamente stati nei luoghi santi del ceppo.
Il paese è piccolo, ma molto carino. Passiamo dalla pasticceria Dulcinea reposteria artesanal che ci fa gola con le sue torte in vetrina. Infatti entriamo e ci sediamo per prendere un caffè e uno squisito lemon pie e un cheese cake. Non è nostra abitudine entrare nei locali, quindi ci sembra un momento molto speciale. Quando usciamo vediamo diversi pellegrini che passeggiano per le strade. Le riconosciamo subito perché sono gli unici a portare le ciabatte! Ovviamente sono pellegrini che sono già passati dall'ostello o albergo e si sono liberati dalle scarpe del cammino.
Torniamo alla nostra dimora dopo aver fatto un po' di spesa per la cena e il pranzo dell'indomani. Scopriamo che nella nostra stanza svolazzano due mosche fastidiose. Belén ci fornisce un semplice scacciamosche di plastica con il quale Jane si mette subito a caccia dei fastidiosi insetti. Io mi diverto a vederla rincorrere qua e là l'ultima mosca, che dopo poco perisce sotto i suoi infallibili colpi.
Ceniamo nello spazio adibito a mensa dell’ostello, quasi deserto. Oltre a noi ci sono due signore ucraine e un gruppetto di 5 portoghesi. Abbiamo a disposizione piatti, posate e bicchieri oltre che un piccolo frigorifero che ci fa molto comodo. Non dobbiamo neanche rigovernare i piatti, Belén ci ha detto di lasciarli sul banco del bar. Ci sentiamo privilegiate potendo cenare a un tavolo apparecchiato correttamente con tante cose buone che abbiamo comprato: olive e carote in barattolo, insalata, pomodorini ecc. Ci sembra di essere al ristorante! A Jane non manca il vino. Siamo proprio soddisfatte e ci dimentichiamo dei fastidiosi momenti di pioggia che abbiamo avuto negli ultimi giorni.
A fine serata abbiamo fatto solo 20 km complessivi. Ma in quella stanza buia si dorme benissimo.
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