Tappa 13 - da Padrón a Picaraña

Padrón
Iria Flavia
Escravitude
Cruces
Picaraña

Dalla nostra stanza buia e priva di finestre ci svegliamo senza vedere come sia il tempo fuori. Le previsioni non sono buone. Belén ci aspetta al suo bar e ci avverte che effettivamente sta piovigginando. Con calma ci prepariamo e teniamo pronto il bagaglio per Gesù. Decido di mettermi i sandali, tanto prevedo molto asfalto. Facciamo una colazione con comodo, sedute al tavolino con un bel caffe fresco fatto da Belén.

Oggi abbiamo pochissimi chilometri da fare fino alla località di Picaraña, soltanto 10, che in condizioni normali li facciamo in appena 2 ore. Ma come avevo già scritto nel precedente post, da Caldas de Reis a Santiago ci sono 43 km che si potrebbero benissimo dividere in soli due giorni, ma il problema è stato trovare alloggio a metà percorso. Non ci sono riuscita e quindi ho dovuto dividere il percorso in 3 tappe di cui una, quella di oggi, davvero molto corta. 

Poco dopo le 9 di questo mattino grigio lasciamo l'ostello dopo calorosi saluti e abbracci con Belén. Torniamo verso la bella piazza alberata davanti alla chiesa dell'Apostolo di Santiago dove vediamo un foltissimo gruppo di pellegrini tutti sotto grandi mantelle impermeabili. Stanno andando a vedere il ceppo dell'ormeggio in chiesa. Dall'altra parte del fiume Sar vediamo da lontano il monastero do Carme, al quale non ci andiamo però. 

Noi invece facciamo una piccola deviazione dal percorso ufficiale e arriviamo al 'giardino Botanico Artistico' di cui ci ha informato l'ufficio turistico. È uno spazio in mezzo al paese di circa un ettaro, tutto recintato con belle inferriate in ferro battuto. Il giardino è ben curato con dei begli alberi grandi tra cui una sequoia e una palma africana di discrete dimensioni.



Il giardino è carino e molto ben tenuto, ma facciamo presto a fare tutto il giro. A pochi passi troviamo una scultura di un pellegrino in marcia, direzione Santiago! Continuiamo il nostro cammino attraversando la periferia di Padrón per arrivare poi al 'villaggio di Iria Flavia', un piccolo agglomerato di case periferiche, molto caratteristico In seguito veniamo a sapere che è stato proprio qui dove i discepoli di Santiago seppellirono in un bosco i suoi resti. C'è anche una grande chiesa chiusa e il cimitero. Percorriamo la stradina molto pittoresca del piccolo villaggio che ha un curioso disegno fatto di mattoni colorati proprio in mezzo alla strada. La pioggia va e viene. 

Villaggio Iria Flavia con chiesa omonima

Le abitazioni diventano sempre più case di campagna con giardini e orti dove non mancano i granai, horreos e neanche un lavatoio appena restaurato.
Facciamo un'altra piccola deviazione per andare a vedere la casa vacanza di Belén: 'Casa Maia' che dice di affittare per gruppi di pellegrini fino a 10 persone (3 stanze con bagno + cucina in comune). La vediamo solo di fuori ma notiamo con stupore nelle vicinanze la parete di una casa fatta tutta di conchiglie, pensiamo siano delle forme in cemento, sono tutte uguali, ma molto suggestivo.

Il percorso prosegue attraverso stradine di campagna e piccoli villaggi per lo più asfaltate o lastricate. Dietro a qualche recinto ci sono anche degli animali da cortile e poi tanti horreos, uno più interessante dell'altro, stradine piccole e strette, case moderne e costruzioni dismesse, ma gente non se ne vede, neanche pellegrini. E stranissimo, in una parete c'è persino un distributore automatico di bevande! Davanti a una casa sono esposte tante piccole zucche, di tutte le forme e vari colori, sono davvero belli, ma non c'è mai nessuno per chiedere qualcosa.



Distributore automatico di bibite e snack







Dopo 7 km complessivi, di cui un tratto lungo i binari ferroviari, stiamo per arrivare alla località di Escravitude. Arriviamo alla strada principale dove facciamo un pit-stop con una spremuta d'arancia. Sulla stessa strada principale raggiungiamo l'omonima chiesa santuario. La chiesa è aperta, prendiamo il timbro e il gentile custode ci indica l'edicola-negozio dove poter comprare un mazzo di carte, che abbiamo deciso di comprare per non dover addormentarci troppo presto la sera. 



Chiesa Santuario di Escravitude

Sulla strada troviamo ancora un curioso sito di protesta con cartelli e sculture improvvisate. Non c'è nessuno, ma sembra che la protesta è per l'umanizzazione e la dignità della località e contro l'amministrazione locale.

Poco più avanti troviamo un bel cartello che indica la nostra dimora a pochi km, segno che non c'è molto altro nei dintorni. 


Manca pochissimo ed è appena mezzogiorno. Dopo pochi metri siamo già a Cruces, che sono solo due case e una chiesetta, Parroquia de Santa Maria de Cruces.
Il percorso di oggi non solo è stato breve e piovoso, ma anche di poco fascino tranne qualche stradina dei piccoli villaggi. Si vede che ci stiamo avvicinando a Santiago di Compostela, sono tutti paesini nei dintorni che dobbiamo attraversare, quindi non abbiamo molte speranze di vedere ancora dei bei sentieri immersi nella natura.
Invece rimaniamo sorprese quando il cammino dopo la chiesetta de Cruces continua prima attraverso una campagna con vigneti e poi entra in un bellissimo boschetto. Purtroppo piove ed è proprio buio da quanto le nuvole basse e scure coprono il cielo.





Ormai mancano solo 17 km alla meta finale di Santiago di Compostela
 
Ora piove davvero forte, ma fortunatamente siamo arrivate all'angolo della strada principale dove c'è la nostra Pensione Picaraña. È uno stabile di residenza privata di due piani con la porta principale chiusa. Riusciamo a contattare il proprietario che dopo pochissimo spunta dalla strada e ci fa entrare. Siamo completamente bagnate dalla pioggia e facciamo fatica a liberarci dagli zaini e dalle mantelle fradice. Mentre ci fa vedere la nostra ampia stanza, dove già ci aspetta il nostro bagaglio portato da Gesù, ci avverte che il primo locale dove poter cenare è a 2 km sulla strada principale. E siccome è sabato, l'unico posto aperto per comprare qualcosa potrebbe essere alla stazione di servizio a qualche centinaio di metri. Stazione di servizio? La gasolinera?
Posiamo la nostra roba nella stanza, che fortunatamente è molto comoda e ampia e andiamo subito a vedere cosa può offrire una 'gasolinera' oltre la benzina e l'olio per le auto. La stazione è piccola ma a sorpresa vediamo che è proprio un piccolo negozietto fornito di frutta, pomodori, latticini, formaggio e anche del pane. Non ci serve altro, compriamo il necessario e torniamo sotto la pioggia alla pensione, completamente vuota, siamo le uniche su due piani di stanze per gli ospiti.



Ci sistemiamo alla grande, abbiamo persino un comodino per tavolino con il pareo che fa da tovaglia. Ceniamo con tutti i lussi... tranne che con i piatti che non abbiamo, però in cambio abbiamo le nostre mini posate di plastica da campeggio. E siccome la temperatura è scesa parecchio e vogliamo asciugare tutta la nostra roba, incluse le scarpe, accendiamo il riscaldamento e dopo le meritate docce ci mettiamo a giocare a carte fino a tardi.
La stanza non ha un frigorifero, quindi gli yogurt per la mattina li mettiamo fuori sul davanzale della finestra. Speriamo bene visto il tempaccio!
Alla fine con tutti i giri del giardino botanico siamo arrivati a fare 12 km.

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