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Invece noi troviamo il percorso delle passerelle già completato sul fiume Neiva e oltre, cioè quella che qui viene chiamata l'Ecovia Litoral Norte, che a tratti è ancora in fase di allestimento. C'era già il nuovo ponte sul Neiva, ma mancava il sentiero dall'altra parte, di circa 1,5 km, che noi ora troviamo in perfetto stato, nuovo, agevole e molto bello. Questo attraversamento è molto più vicino alla costa atlantica, per cui fa risparmiare diversi chilometri. Inoltre ci da la possibilità oltre il fiume Neiva di continuare il percorso vicino alla costa, cosi come avevamo pianificato, non priva però di qualche sorpresa!
Abbiamo dormito bene in quei lettoni del bell'albergo di Esposende, ma io le lasagne non dovevo mangiarle! E quindi mi perdo una favolosa colazione a buffet, con tutto l'immaginabile, sarà la meglio di tutto il cammino! Sono contenta per Jane che finalmente può prendere tutto il salato che vuole, anche il panino da portare via. Io prendo solo uno 'cha', cioè tè con il limone e ½ tostata, che rabbia! Intanto ci sono tutti i pellegrini ospiti a fare colazione insieme a noi e a riempirsi gli zaini con panini, frutta e merende, cosa che facciamo anche noi. Pellegrini piuttosto in là con gli anni, volenterosi ma non sembrano tutti molto sportivi, infatti alcuni fanno parte di un gruppo che viene estremamente ben assistito, sia con il trasporto di enormi valigie, sia nella riduzione della distanza da percorrere giornalmente.
Ma stranamente non rivedremo nessuno di tutti questi pellegrini, tranne una coppia francese che re-incontreremo più volte.
Lasciamo il bell'albergo verso le 9, è ancora un po' scuro e grigio, infatti fa giorno piuttosto tardi, e inoltre c'è una fitta foschia. Il percorso è facile, inizia con il bel lungomare di Esposende per poi passare sulle consuete passarelle e gli ampi spazi attrezzati per il fitness, e siccome siamo in zona di spiaggia balneare, ci sono addirittura le docce all'uscita delle passerelle che portano al mare, e sono pure funzionanti! Non ci possiamo credere, un servizio pubblico eccellente, che al momento non viene utilizzato, visto che siamo decisamente fuori stagione.
Si passa anche da parchi e piccoli boschetti, sempre su lunghe passerelle, questa volta anche ciclabili e rimaniamo meravigliate dalla segnaletica per le bici! Ogni curva, incrocio o dislivello viene perfettamente segnalato!
Si cammina su bellissime spiagge di sassi, poi sulle dune dove solo a tratti si intravvedono dei sentieri. Si passa dal Cruzeiro de Praia de Mar, una scalinata che dalla strada porta al mare, con una croce che svetta in cima. Tutto molto solitario. Poi ancora dune e spiaggia, e prima di un costone roccioso il GPS mi manda su verso l’interno, tutto diritto attraverso un campo mezzo arato. Si passano altri campi, non ci sono cartelli né persone, tranne un contadino sul suo trattore in lontananza. Entriamo in una zona con vegetazione più alta. Ad un tratto sentiamo degli spari non lontano da noi, poi sentiamo dei cani... Capiamo al volo di essere in piena zona di cacciatori, scorgiamo dei cani da caccia che corrono da tutte le parti, e ogni tanto sentiamo un altro sparo. Che fare, come segnalare che ci siamo anche noi? Jane ha la custodia della sua giacca a vento che è di un bel colore giallo fosforescente che decidiamo di sventolare in alto il più possibile, e poi ci mettiamo anche a cantare! Ridiamo, ma un po' di preoccupazione c'è, non sappiamo se siamo sulla loro traiettoria.
Alla fine troviamo anche un gruppetto di cacciatori, probabilmente non molto felici di vederci a rovinargli la giornata, ma con gentilezza e pazienza linguistica riusciamo persino a scambiare due parole e chiedere cosa cacciano, visto che non ci sembra una zona con tanta fauna. Crediamo di aver capito che sono in cerca di conigli o lepri. Dopo poco usciamo dalla zona critica e arriviamo ad uno spazio usato come parcheggio, dove infatti c'è il furgone di una famigliola straniera con cui scambiamo due chiacchiere, avvertendoli della presenza dei cacciatori. Ormai c'è un sentiero più marcato che si fa strada sterrata e che costeggia estesi campi coltivati, in mezzo ai quali troneggia una lunga torre di ferro, la torre di osservazione per gli uccelli.
Mancano poche centinaia di metri e arriviamo al punto dove nella mia teoria ci dovrebbe essere il nuovo Ponte dell'Ecovia. Il problema non è il ponte, che sicuramente già era segnato su Google Maps, ma mancava ancora il collegamento con un sentiero tra il ponte e la seguente località di Moldes. Il percorso ufficiale, almeno fino al 2022, portava ad attraversare il fiume a vari chilometri più avanti, nei pressi della 'Casa Branca' per poi continuare nell'interno, cosi come descritto all'inizio di questa pagina.
Arriviamo al fiume che non è molto largo. C'è anche il nuovo ponte lungo un centinaio di metri, solo pedonale, basso ed ha una bella forma sinuosa e moderna. Lo attraversiamo e continuiamo a percorrere l'Ecovia che attraversa una parte del bel parco fluviale. Grandi cartelli indicano che il progetto è stato completato. Effettivamente il percorso è perfetto, bello e facile, una semplice passeggiata in un bel panorama. Dopo 800m l'Ecovia si congiunge con una strada sterrata tra i campi. Ancora qualche km e arriviamo nuovamente sul mare che ora costeggiamo.
Ritornati sulla costa ci sono nuovamente lunghissimi tratti sulla spiaggia e sulle dune, sentieri solo accennati, talvolta neanche quello. Si passa poi dalle piccole località di Pedra Alta e Amorosa. Ammiriamo le attrezzature pubbliche, passarelle, docce, punti d’acqua e ordinati cestini per la nettezza differenziata su tutto il percorso cittadino, nonostante la totale mancanza di gente. Non vediamo neanche altri pellegrini come noi.
È una bella giornata di sole ma anche un po' ventosa. Dopo Amorosa ci sono ancora 3 km di spiaggia e alcune dune con un panorama stupendo. Sulla spiaggia andiamo a piedi nudi, è un piacere! Io faccio alla svelta a togliere e mettermi i sandali, che uso e userò per tutto il cammino, anche sotto la pioggia. Jane invece preferisce camminare con gli scarponi, come del resto fanno molti pellegrini, addirittura porta due paia di calze, di cui il primo paio sono con le singole dita! Ognuno deve portare la calzatura con cui si sente meglio camminare, questo è molto importante. L'unico problema è quando si alterna spesso tra spiaggia e sentiero, allora il togliere e mettersi il tutto diventa noioso. Con i sandali è decisamente più pratico.
Dobbiamo arrivare fino a quasi la punta di Cabedelo, alla foce del fiume Limia che dobbiamo poi attraversare. Prima di lasciare la spiaggia sostiamo un po' sugli scogli, dove picchio un dito del piede che mi lascia momentaneamente senza fiato per il dolore. Diventerà tutto nero nei giorni successivi, ma fortunatamente non mi impedisce di camminare.
Qui, a Praia di Cabedelo finalmente vediamo alcune persone in spiaggia, sono tutti kitesurfisti con delle bellissime vele. Arriviamo quasi fino alla foce del fiume Limia per poi rientrare dalle passerelle nell’abitato di Cabedelo, una piccola zona residenziale con bellissime villettine con grandi giardini. Mi fa tanto ricordare dove una volta abitavano i miei genitori.
Poi, dopo un lungo rettilineo in una zona periferica con pochi abitati arriviamo al lunghissimo ponte di ferro che ricorda la struttura della torre Eiffel, infatti è stato progettato dallo stesso Gustav Eiffel della torre parigina e viene anche chiamato 'ponte Eiffel'. Dall'altra parte c'è la nostra prossima meta, Viana do Castelo. Dietro alla cittadina c'è un monte non troppo alto con un castello in cima, il santuario di Santa Luzia.
Il nostro ostello 'Pousada de Juventude' è subito dopo il ponte a destra, all'inizio di un grande parco in riva al fiume Limia con un porticciolo di diporto. Ci aspetta una struttura moderna, con un solo piano, oltre il pianterreno, tutto a balconi. Infatti la nostra stanza ha oltre ai due lettini e il bagno privato, un bellissimo balcone con vista sul parco e il fiume. Approfittando del bel tempo e del vento facciamo subito il bucato delle nostre due cose e stendiamo la roba fuori sulle sedie.
L’ostello offre la colazione ma non ha una mensa per la cena, quindi dobbiamo uscire per trovare qualcosa. La zona con il parco è molto bella e sul lungofiume troviamo a 300 m un ristorantino non troppo impegnativo dove cenare. Visto che mi ero rovinata nuovamente lo stomaco con le lasagne della sera precedente, chiedo al cameriere qualcosa di molto semplice. Lui, gentilissimo mi dice che ci pensa lui.
Arrivano i nostri piatti, per Jane un bel piattone di pesce fritto, come aveva chiesto, e per me arriva un enorme piatto con 5 piccolissime patate lesse con la buccia, messe in cerchio sul bordo del piatto e in mezzo una fogliolina di prezzemolo! Appena va via il cameriere ci mettiamo a ridere di gusto, tanto ci divertiamo che purtroppo ci dimentichiamo di fare una foto al mio piatto, che avrebbe assolutamente meritato! Comunque, le mini patate sono buonissime e mi fanno sicuramente solo bene. Inoltre ormai bevo solo acqua liscia, la gassata Pedra non mi è proprio andata bene.
Godiamo ancora di una bella serata e una breve camminata nel parco lungo il fiume per ritornare poi all’ostello. A fine serata il nostro cellulare segna 24 km.
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