Palermo e Monreale



Questa è la terza parte del nostro viaggio in Sicilia. Per chi non vuole perdersi le altre puntate:
1 - Viaggio in Sicilia 2017 - Prima parte
2 - Siamo in Sicilia!
3 - Palermo e Monreale - questo post
4 - Agrigento - Ragusa - Noto
5 - Siracusa - Taormina - Catania
6 - Ritorno al continente
7 - Costiera amalfitana

Lunedì 18 settembre

Siamo a Cinisi, in un bellissimo albergo 5 stelle offerte dalle nostre due amiche che sono partite nella notte per la loro casa negli Stati Uniti. Noi ora siamo rimaste in 4 e ci prepariamo a completare il nostro giro in Sicilia, dopo aver già visitato nella seconda parte del nostro viaggio: Tindari Cefalù – e parte di Palermo. Il nostro itinerario prevede ora: Palermo, una seconda visita – Monreale Agrigento Ragusa Noto Siracusa - Catania Taormina, per nominare soltanto le soste principali, ma ci saranno ancora tante altre sorprese!

Ci svegliamo di buon ora per fare colazione sul bellissimo terrazzone a ridosso del mare di Cinisi. La posizione dell'albergo è spettacolare con una piscina a sfioro che è proprio un invito esplicito, ma nessuna di noi osa entrarci, la temperatura non è poi caldissima. Nel curatissimo giardino tra arbusti ed aiuole ci sono delle curiose sculture di pietra come ornamento, e altoparlanti nascosti diffondono una musica dolce di sottofondo creando un'atmosfera molto particolare.



Ci sediamo nel punto più bello del terrazzone, all'aperto con vista mare e ci meravigliamo che i pochissimi clienti sono invece tutti seduti all'interno del locale. Infatti da lì a poco capiremo il perché. Ci serviamo la colazione al ricco buffet e ci accomodiamo beatamente al nostro tavolino scelto. Dopo appena pochissimi minuti veniamo assalite da uno sciame di api richiamate da tutti i nostri bei dolci e ci tocca fare fagotto velocemente ed entrare di corsa nel salone insieme agli altri ospiti. Peccato, era proprio un bel posto!


Prepariamo i bagagli, stringiamo un po' le varie borse e troviamo anche la nuova disposizione dei posti in macchina, visto che ora siamo in quattro. Ora c'è June accanto a me che fa da navigatrice indicando dettagliatamente tutti i nomi strada per strada. Ci fa subito ridere un sacco quando pronuncia i nomi delle strade con il suo accento americo-calabrese, eh sì, perché non ha dimenticato il dialetto calabrese che aveva imparato quando ormai tanti anni fa aveva vissuto per qualche anno in Calabria, e dove ci siamo conosciute.

La giornata è soleggiata e la temperatura è proprio ideale. Vogliamo tornare a Palermo per vedere ancora qualcosa di specifico: Il Palazzo Reale o dei Normanni, fare una breve passeggiata nel centro città e non molto altro visto che la prossima destinazione di pernottamento è nei pressi di Agrigento, ma con sosta intermedia a Monreale. Quindi riprendiamo l'autostrada Cinisi – Palermo e dopo pochi km poco prima di Capaci mi fermo all'area di sosta davanti al monumento alla Strage di Capaci per un breve pensiero. Le mie compagne di viaggio non sono al corrente dell'evento che scosse tutta l'Italia il 23 maggio del 1992, quando una bomba di ‘Cosa Nostra’ dilaniò la macchina e i corpi del magistrato Falcone, della moglie e di 3 agenti di polizia. Fu una strage terribile per l'Italia che segnò tutti noi che l'abbiamo vissuta.

Monumento che ricorda la strage di Capaci
Riprendiamo la strada per una 40tina di km e arriviamo a Palermo. Nuovamente tutti sull'attenti, ora ho 3 navigatrici che mi aiutano a seguire le indicazioni precedentemente annotate, si entra dal viale Basile e si arriva senza intoppi al parcheggio prescelto in via Mura di Porta Montalto, tutto liscio come l'olio! Per ora troviamo sempre un posto macchina senza difficoltà, siamo decisamente in bassa stagione perché le scuole sono appena iniziate e i turisti stranieri sono pochi.
Iniziamo la nostra camminata per le vie di Palermo. Da Via Porta di Castro si arriva al famoso Mercato di Ballarò, tanto antico che si dice abbia origini arabe, oggigiorno abbastanza movimentato, ma non diverso da tutti gli altri mercati rionali.
Mercato di Ballarò - a sinistra



La città e il mercato non ci sembrano tanto affollati, ma un po' caotica nell'aspetto si, tra viuzze con balconi pittoreschi, graffiti sui muri, strutture per l’illuminazione decorativa che immaginiamo si accendono di sera, accumuli di spazzatura in alcuni punti, ordinati cassonetti stracolmi in altri e poi edifici storici, palazzi signorili con belle facciate e chiese di pregio architettonico che spuntano qua e là. E poi la gente che cammina tra motorini, api e auto parcheggiate alla rinfusa. 
Decisamente variegato e scombinato.
Da notare i vitro a sinistra - bei balconi in mezzo e un edificio decadente a destra
Chiesa del Gesù
La Casa dello Studente Universitario
Passiamo da diverse chiese ma non entriamo in nessuna purtroppo, questa è una passeggiata veloce per le vie, vogliamo solo cogliere un po' dello spirito della città per arrivare poi al Palazzo dei Normanni, che per ora è nella direzione opposta a quella che ci stiamo dirigendo.
Il cartello testimonia la secolare convivenza pacifica tra cristiani, ebrei e musulmani
Passiamo da piazza del Ponticello ed entriamo in via Maqueda, una strada principale, trafficata e piena di palazzi, piazze e negozi stranamente tutti chiusi (forse perché è lunedì mattina?). Ora ci sentiamo proprio delle turiste in mezzo ad altri turisti, prima, tra le viuzze ed il mercato ci sentivamo più delle intruse fuori luogo. Pochi passi e arriviamo in Piazza Pretoria che si apre con una bellissima fontana, che in tempi passati veniva chiamata la ‘piazza della vergogna’, per  gli  esorbitanti costi per la città che comportarono il trasporto e il definitivo allestimento del complesso scultoreo. 
Fontana Pretoria del 1554 realizzata a Firenze da Camilliani - Il fiume Nilo con il sui Tritone e Nereide


Tutto intorno teste di animali e mostri mitologici
Infatti la fontana della metà del 1500 era stata realizzata a Firenze e poi acquistata e trasportata a Palermo. Più che una fontana è una grandiosa composizione architettonica di sculture, posizionata su una piattaforma accessibile dall'inferriata che la circonda e da ampie scalinate, ha circa 60 sculture e diverse vasche dove l'acqua scorre copiosamente. Noi saliamo fino alle vasche e ci godiamo la bella veduta di ogni particolare. La piazza è circondata da maestosi palazzi alcuni riccamente ornati: Palazzo Pretorio, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, Palazzo Bonocore, palazzo Bordonaro e dall'altra parte della strada la chiesa di San Giuseppe.

Ippocrene, fiume dell'antica Grecia - dietro: Palazzo Bardonaro
Dall'alto della Fontana verso l'altra parte della strada sulla Chiesa di San Giuseppe
Una delle scalinate che portano alla fontana centrale della sommità

Sommità della fontana con un Bacco che versa l'acqua
Dopo un consistente reportage fotografico da parte di tutte noi arriviamo all'angolo della strada per ammirare la piazza dei Quattro Canti, antico centro della città storica, ma più che una piazza è un semplice incrocio di due strade, ma siccome le facciate degli edifici ai 4 angoli sono leggermente concave, lo spazio dell'incrocio sembra quasi una piazza rotonda. La particolarità della piazza sono appunto le facciate degli edifici che sono barocche, degli inizi del 1600, sono di due piani alti e un pianterreno sollevato con delle colonne e delle statue, e in basso ognuna delle facciate ha una fontana sormontata da una statua.
La cupola della Chiesa di San Giuseppe - la facciata concava che rappresenta la Primavera

Due facciate: Primavera - Estate
Le quattro facciate rappresentano i quattro quartieri della città e sono l'allegoria delle quattro stagioni: primavera, estate, autunno e inverno. Per poter ammirare ogni facciata bisogna mettersi su quella di fronte e sperare che non passino autobus e bus turistici che invece non ti fanno vedere niente e recano parecchio disturbo acustico. Peccato, quell'incrocio andrebbe pedonalizzato alla svelta! Infatti non riusciamo a goderci la vista e scattiamo solo qualche foto tra un bus e l'altro.
Autunno

Inverno

Primavera

Estate
Ci incamminiamo per la via Vittorio Emanuele che parte proprio da quell'incrocio, ora sì, in direzione del Palazzo dei Normanni. È l'orario per l'entrata e quindi dobbiamo allungare il passo. Decidiamo però di fare una breve sosta in uno dei negozietti di souvenir, visto che più tardi lasceremo Palermo. Dopo i miei pochi acquisti e mentre le compagne stanno ancora scegliendo qualche calamita per famigliari ed amici rimasti a casa, scambio due parole con il negoziante che mi chiede se abbiamo visto questo, quello e l’altro… Mi nomina la chiesa della Martorana, o meglio di Santa Maria dell’Ammiraglio, e un brivido freddo mi percorre tutto il corpo. Porca Miseria!!! 
Avevo segnato questa chiesa sul programma! Avevo letto che era un gioiello bizantino, con una peculiare struttura architettonica e con straordinari mosaici dorati, qualcosa di particolarmente stupendo da non perdere. Era proprio lì prima della fontana Pretoria, accanto c'era anche la chiesa di San Cataldo, particolarissima nella sua struttura! Ci siamo passati e mi è proprio sfuggita, non ho guardato gli appunti! E ora non facciamo più a tempo a ritornare indietro.
Chiesa di San Cataldo con le sue caratteristiche cupole rosse - dietro nascosta la Martorana
l'abbiamo pure fotografata!
Profondamente delusa e arrabbiata con me stessa non dico nulla alle mie compagne, nascondo il mio rammarico finché non torniamo più tardi in macchina, quando finalmente confesso la mia mancanza.
Le compagne però mi confortano e sono felicissime delle visite fatte. Da una parte mi sento sollevata, ma dall'altra non sopporto perdere delle occasioni in modo cosi superficiale.
Avevo letto che erano un capolavoro! Ragione per ritornarci, dai!

Cattedrale di Palermo
Ancora un saluto davanti alla Cattedrale di Palermo

Ma fortunatamente ci aspetta una sorpresa incredibile che mi consola…
Facciamo tutta Via V. Emanuele, passiamo davanti alla cattedrale che abbiamo visitato ieri dandogli ancora un ultimo sguardo e arriviamo nell'ampia ‘Piazza della Vittoria’  e in quella 'del Parlamento' antistante all'imponente ex-fortezza del Palazzo dei Normanni. Le due piazze sono un grande parco con giardini, palmeti e cactus e una grande scultura, il Teatro Marmoreo, un monumento barocco dedicato al Re Filippo V di Spagna. Saliamo verso il Palazzo, non consideriamo l'entrata anonima di fronte a noi e facciamo un bel giro tutt'intorno pensando di trovare un'entrata più solenne. Poi invece costatiamo che l'ingresso è proprio lì sulla facciata, anonima, senza cartelli né nulla, sembra un'entrata di servizio.

Teatro Marmoreo, un monumento barocco dedicato al Re Filippo V di Spagna
La facciata e l'entrata al Palazzo Reale
Entriamo però in un ampio cortile a tre piani di logge con archi in stile rinascimentale, il cortile Maqueda, e al primo piano si vede già moltissima gente che sembrano essere in fila d'attesa, strano, fuori non c'era nessuno!
Saliamo delle grandi scalinate che portano alla prima loggia, cioè il corridoio esterno con le arcate e con stupendi affreschi e mosaici che non abbiamo modo di approfondire.

Cortile rinascimentale Maqueda


Bellissime logge con affreschi e mosaici

Si entra nelle sale museali con arredi, pitture, arazzi e oggettistica prevalentemente barocca, veramente una grande collezione. Passiamo da sale, corridoi e strutture a torre con volte ed arcate, si susseguono affreschi e decorazioni che preannunciano uno stile bizantino arabesco con molti mosaici dorati che ci lasciano meravigliati.
La sala di Ercole

Sala Pompeiana

Sala dei Venti

La Corte di Federico II di Aragona (dei re cattolici)


Dopo un bel percorso museale si ritorna nella loggia sotto le arcate e seguiamo le indicazioni e i turisti che si dispongono in fila per entrare in un nuovo ingresso. Non sappiamo bene dove ci porta, ma proseguiamo fiduciose. Aspettiamo il nostro turno per entrare, e senza saperlo entriamo nella Cappella Palatina, cioè la ‘Chiesa del Palazzo’.

Mi si ferma il fiato, non posso credere ai miei occhi, una cosa impressionante! Non ci può essere fotografia che possa rendere lo splendore, la meraviglia, la grandiosità e bellezza di quel luogo!
Siamo nella Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni, la chiesa del palazzo, completamente rivestita di mosaici dorati con figure bizantine di splendidi colori, un scintillio emozionante. Tutte noi quattro siamo con il naso all'insù, la bocca aperta per la meraviglia e gli occhi spalancati dallo splendore!



Non si sa dove guardare, quale dei numerosi dettagli cogliere, è semplicemente fantastico, ogni singolo centimetro è splendidamente decorato. Proviamo a catturare le visioni con le nostre fotocamere ma la luminosità dell'oro riflette nei nostri obiettivi.
Siamo stravolti ed increduli di tanta bellezza e maestosità.
Avevo letto di questo gioiello bizantino, con 9 secoli di storia, ma certo non immaginavo tale impatto!
Ora mi dispiace ancora di più non aver visitato la chiesa della Martorana, che dev'essere dello stesso stile e pregio.

Costruita dal 1129 al 1143 per volere di re Ruggero II di Sicilia con un’iscrizione trilingue in latino, greco-bizantino e arabo all'esterno della cappella
Quando usciamo un po' ubriachi di tanta meraviglia è già passata l'una e dobbiamo riprendere la macchina per continuare il nostro viaggio verso Agrigento passando prima da Monreale, a soli 8 km da Palermo. Vogliamo vedere il famoso duomo, anche questo, come il Palazzo dei Normanni, è patrimonio dell’Umanità UNESCO, sempre nello stesso stile bizantino, si dice bellissimo e favoloso, ma dopo aver visto la Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni non posso immaginarmi ancora tanto splendore!

L’itinerario seriale arabo-normanno inserito nell'UNESCO comprende nove beni artistico-monumentali dell'architettura del periodo dei Normanni in Sicilia (a partire del 1060 quando Ruggero di Altavilla conquistò la Sicilia dominata allora dai Saraceni, cioè dagli Arabi). I nove siti sono:

  • Cattedrale di Cefalù e di Palermo – vista e descritta nella prima parte del racconto
  • Palazzo Reale o dei Normanni e la Cappella Palatina – appena descritto sopra
  • Duomo di Monreale – descrizione qui sotto
  • Chiesa della Martorana e quella di San Cataldo – mi sono sfuggite!
  • Poi ci sono il Palazzo della Zisa, chiusa in questo periodo, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti e il Ponte dell'Ammiraglio che purtroppo non sono sul nostro itinerario.

Riprendiamo la nostra auto al parcheggio e con la mia navigatrice June imbocco perfettamente la statale 186 dove troviamo le indicazioni per Monreale. Sono circa 20 minuti per soli 8 km ma c'è un po' di traffico cittadino.  Dopo qualche km c'è un bivio e purtroppo prendo la strada a sinistra che si rivelerà sbagliata, dove però ritroviamo le indicazioni per il parcheggio prescelto, il Parking Duomo, che doveva essere facilmente raggiungibile e molto vicino al centro della città, quindi sono tranquilla.
La strada è trafficata, siamo in basso, a destra vediamo la collina dove sta la città di Monreale. Ma continuiamo a vedere i cartelli per il parcheggio, quindi pensiamo che tutto sia ok. Mi tocca prendere stradine di campagna in salita strette e a senso unico. Strano! Ormai non posso neanche tornare indietro, ma solo andare avanti.
Seguendo la buona segnaletica si arriva, sempre in salita, davvero al parcheggio che rimane sulla nostra destra, e a pochi metri c'è la sbarra d'ingresso, mi fermo, sono in bilico in una salita piuttosto ripida che alla mia Concordia non piace affatto.

Non sembra, ma è una salita del 30%
Faccio uscire le mie passeggere, suono il citofono e mi aprono la prima sbarra, riesco miracolosamente a far ripartire il carrettone e salire ancora due metri dove mi devo fermare nuovamente davanti a una seconda sbarra chiusa.
Non ci posso credere, sono incastrata in uno spazio minimo tra due sbarre, in ripida salita, tiro il freno a mano e butto la spugna! Non ce la farò mai a far ripartire la macchina cosi in salita e in cosi poco spazio. Le compagne vanno a cercare aiuto ai custodi, per me è impossibile muovermi.
Dopo qualche minuto arriva un ragazzo con un gran sorriso: “Non c'è Ploblema!
Gli lascio molto volentieri il posto e guardo con che decisione, quanto gas e tanto puzzo di frizione riesce a muovere il pachiderma da quella posizione e si porta dietro la curva a gomito dentro al parcheggio.
A piedi è molto più facile, e noi ridiamo tanto per la nostra nuova cilecca con l'auto, dopo quella davanti al Residence presso Capo d'Orlando (descritta nella seconda parte di questo viaggio).

Vista splendida sul parcheggio del Duomo e sulla città di Palermo e il suo mare

Parcheggio con comodissimo ascensore (quella colonna grigia)

Il parcheggio è ampio, ci sono tanti posti liberi, e c'è un ascensore che porta sulla strada della città a due passi dal Duomo, davvero comodissimo e gentilissimi i custodi.
Verificheremo più tardi che il parcheggio ha effettivamente un comodo ingresso dalla parte della strada principale all'entrata della cittadina di Monreale. Ma noi sbagliando, siamo venute dal basso del monte, da un'entrata secondaria piuttosto disagevole.


Ancora non abbiamo fatto la sosta pranzo, ma avevamo fatto una buona colazione all'albergo di Cinisi. Quindi nonostante siano già ben oltre le 2 di pomeriggio ci dirigiamo subito verso il centro della cittadina di Monreale. Infatti ad appena 200 m scorgiamo da un viottolo il retro della splendida cattedrale, con delle decorazioni veramente promettenti. Pochi altri passi e siamo già nella piazza centrale Vittorio Emanuele (non può mai mancare) dove si erge la cattedrale, di cui avevo sentito parlare tante volte, perciò questa è una destinazione obbligata.
Il retro del Duomo, nascosto tra le viuzze



Davanti alla cattedrale, cioè la fiancata che dà sulla piazza Vittorio Emanuele, ci sono due lunghissimi palmeti, che sembrano gareggiare in altezza con il massiccio campanile con l’orologio. L'ingresso alla chiesa è da questo lato, sotto una bellissima loggia con le arcate. Sono curiosa se anche questa chiesa possa lasciarmi tanto incantata.
Entriamo nella cattedrale e sì, rimaniamo nuovamente a bocca aperta. Non pensavamo di vedere un'altra meraviglia pari a quella della Cappella Palatina del Palazzo dei Normanni a Palermo. Ci invade nuovamente una meravigliosa luce d'oro dei soffitti, degli archi, delle pareti, delle infinite decorazioni e della grandiosa immagine pantocratica della cupola. Non sappiamo dove posare gli occhi, quale dettaglio catturare con le nostre macchine fotografiche, tutto è grandioso e splendido.



Soffitti, archi, pareti, ogni centimetro decorato!
Oltre al ricco altare, l'enorme organo, e le mille decorazioni bizantino-arabe ci sono le tombe di Guglielmo I e Guglielmo II, rispettivamente ‘il malo’ e ‘il buono’ del dodicesimo secolo, epiteti che ci fanno sorridere!
Monumentale organo a canne del secolo scorso
Altare del 1771 di Luigi Valadier in bronzo e argento

Tomba di Guglielmo

Guglielmo, il Malo e il Buono
Decidiamo di continuare questa visita anche sui tetti della cattedrale, da dove si ha una splendida vista non solo sul panorama che arriva fino a Palermo, il porto e il mare azzurro che sembra essere molto più vicino della realtà, ma anche sul chiostro benedettino adiacente alla cattedrale convento, bellissimo, anche questo in stile arabesco, sembra davvero di essere in Spagna, magari all'Alhambra di Granada.
Ti ricordi Alicia quando ci siamo andate tanti anni fa?


A tutte e quattro ci piace scoprire ogni singolo angolo visitabile, saliamo strette scale, passiamo da angusti corridoi e ci godiamo i vari panorami dai differenti balconcini e torrette del tetto. Turisti come noi ce ne sono, ma pochi, il clima è perfetto, si sta da Dio… gli siamo magari più vicino?








Usciti dalla cattedrale siamo sazi di bellezza e splendore, ma con uno stomaco davvero vuoto! Sono quasi le 4 del pomeriggio quando finalmente siamo sedute ai tavoli della pizzeria Monreale con un immancabile carretto sicilianoin uno slargo subito adiacente alla bella Piazza Guglielmo II che ospita oltre la facciata della cattedrale anche il Palazzo Comunale.

Piazza Guglielmo II con la facciata del Duomo di Monreale




Divoriamo una buonissima pizza, l'immancabile insalata, delle ottime verdure grigliate e tanta acqua fresca. Una sosta davvero meritata!




Finita la piacevole pausa pranzo fuori orario non visitiamo altro a Monreale, anche se dalla piazza vediamo il panorama circostante con una collina dove sono incastonate delle chiesette che pensiamo varrebbero la pena visitare, magari facendo una bella camminata fin lassù, ma purtroppo non abbiamo il tempo necessario e andiamo diretti verso l'ascensore sulla strada che ci riporta al parcheggio, non prima di approfittare per fare le nostre solite selfie!

Chiesette sulla collina circostante



Tommaso, il custode gentilissimo che ci aveva levato dall'impiccio all'ingresso, portando la macchina dentro al parcheggio, ora ci porta addirittura la macchina fuori sulla strada principale, questa volta quella giusta e molto agevole, ma gentile lo stesso! Gli ero così grata di avermi tolto dall'impiccio iniziale che più tardi gli avrei fatto una belle recensione sulla loro pagina di Google.



Alle 17 siamo in auto per affrontare i 150 km per Porto Empedocle sulla costa sud della Sicilia. Anzi, un po' prima della cittadina, visto che la nostra dimora è in un nuovo quartiere residenziale prima dell'entrata di Porto Empedocle. Prendiamo prima la statale 186 per uscire da Monreale, poi la 624 che attraversa la Sicilia da nord a sud e poi da Sciacca la 115 lungo la costa, meno male che ho la mia perfetta navigatrice June che è accanto a me con cellulare e il foglio degli appunti. Le due argentine le sentiamo chiacchierare per un po', poi cade il silenzio…???



Nessuna delle strade è una vera autostrada, ma sono tutte perfette, piuttosto solitarie in mezzo a delle bellissime colline molto dolci, alcune coltivate e di colori che vanno dal verde intenso al dorato del grano maturo. Vediamo grandi distese di vigneti, probabilmente quelli di Salaparuta, il famoso vino da vigneti coltivati dal secolo 1800. Qua e là si scorge un paesino e nello sfondo vediamo delle alture più pronunciate, forse il monte Genuardo. Nelle mie ricerche prima del viaggio avevo notato che proprio su questo tratto interno ci doveva essere il paesino di ‘Fondacazzo’… ebbene, non è che ci volevo andare, ma almeno fare la foto del cartello che indicava la deviazione per il paese si, quello volevo farlo. Invece non abbiamo visto niente. Infatti, riguardando sulla mappa di Google si vede che il nome viene dato a un'area disabitata, a parte qualche rudere abbandonato. Ci credo, forse è stato abbandonato per il suo nome… vallo a spiegare dove abiti!



Il sole sta calando e il paesaggio si fa più collinare e si inizia ad intravvedere il mare. Ormai siamo sulla costa sud dell'isola. Il traffico aumenta, e la strada è a carreggiata unica per ogni senso con velocità ridotta nei vari centri abitati.
Finalmente dopo una mezz'ora siamo tutte allerta ed entusiaste per individuare l'incrocio che ci porta al nostro B&B prenotato e che ci ospiterà per tre notti. Eccolo là sulla sinistra, ma siamo in curva, non posso girare! Ci tocca andare ancora un po' avanti fino alla prossima rotonda a circa 500 m per poi tornare indietro. Ci sembra una vita… siamo curiose di arrivare!

La zona è decisamente in periferia, con costruzioni basse, singole villette con giardinetto. Ci aspetta una giovane signora (com'era il suo nome?) che ci accoglie calorosamente e ci fa vedere la nostra dimora. Si passa prima da un bellissimo portico con un comodo salottino e poi entriamo nell'unica stanza, abbastanza grande, con un letto matrimoniale, uno a castello e ancora un divano, il bagno è parecchio piccolo però. La stanza è riccamente decorata con tanti suppellettili che rendono l'ambiente molto familiare, e magari anche un po' ingombrante, non mancano i famosi Cherubini di Raffaello (del quadro della Madonna Sistina a Dresda) 
Ma ce ne facciamo una ragione, apprezziamo invece l'ottima idea di fornirci la biancheria da bagno in colori diversi per ognuna di noi!





Fuori dal cancello dorme la Concordia - a destra il casotto cucina
Ma il portico e il giardinetto con un invitante amaca sono davvero molto graditi. Da una parte c'è anche un casotto di legno adibito per cucinotto, con tutto il necessario per poter cucinarsi da soli. La macchina è parcheggiata subito fuori davanti al grande cancello, molto pratico! Scarichiamo la nostra roba allargandoci su tutti gli spazi disponibili nella stanza e andiamo subito al supermercato che abbiamo visto all'entrata dell'incrocio. Facciamo una prima spesa, vogliamo cucinare e goderci la bella serata.


Siamo in 4 e facciamo molto alla svelta con i preparativi, si fa una mega insalata, tonno, pane, formaggi del luogo e crostini, alla cottura degli spaghetti preferisco dedicarmi io, con un pomodoro saltato e tanto formaggio pecorino grattugiato. Mangiamo con estremo gusto e siamo tutte molto contente. Appena arrivate avevamo già scelto il proprio letto e quindi sapevamo che da lì a poco saremo crollate per la nostra prima notte nel sud della Sicilia!

Buona notte e a domani con nuove visite!

Tutti i post del racconto:
1 - Viaggio in Sicilia 2017 - prima parte
2 - Siamo in Sicilia!
3 - Palermo e Monreale - questo post
4 - Agrigento - Ragusa - Noto
5 - Siracusa - Taormina - Catania
6 - Ritorno al continente
7 - Costiera amalfitana

Commenti