Siamo in Sicilia

Riprendo il racconto del nostro viaggio dopo la prima parte descritta in questo post.


Sabato 16 settembre

Siamo in tre con la mia macchina, in un viaggio che ci sta portando da Roma in Sicilia. Dopo 650 km da Fiumicino a Pizzo Calabro e altri 105 km da Pizzo a Villa San Giovanni prendiamo il traghetto per Messina e ci incontriamo con l'altro gruppo di amiche con cui trascorreremo i prossimi due giorni insieme. Sono in tre e hanno appena finito la loro escursione a cavallo: l’attraversata del monte dell'Etna in una settimana.
Avevamo organizzato l'incontro in un bar di Messina facilmente raggiungibile sia per loro che vengono da Catania con la macchina a noleggio, sia per noi che veniamo dal porto dopo l'attraversata dello stretto.

Ci incontriamo con tanti sorrisi e abbracci ma anche con presentazioni, visto che alcune di noi non ci si conosceva prima d'ora. Vorremmo subito farci raccontare della loro esperienza, ma preferiamo lasciarlo per un altro momento più rilassato. Quindi prendiamo un caffè ristoratore, saliamo nuovamente in macchina e imbocchiamo l’autostrada in direzione Palermo. Ora il nostro gruppo è composto da due macchine e sei persone, decidendo di rimanere ognuno nella macchina con cui è arrivata. Con me nella mia macchina ci sono Silvia e Alicia, facciamo da capofila, le altre tre con la macchina a noleggio, bella, grande e bianca splendente stanno dietro a noi. Ma la tecnologia ci tiene in contatto! Grande Uazzap!
La destinazione di questa prima giornata è di arrivare a Capo d'Orlando sulla costa nord della Sicilia, dove abbiamo la prenotazione per il primo pernottamento, ma intendo passare prima da Tindari, nella frazione di Patti, dove ho sentito parlare della Madonna Nera che mi incuriosisce.

Tindari

Santuario di Tindari della Madonna Nera
Facciamo appena un'oretta e circa 60 km sull'autostrada molto comoda e usciamo a Falcone per prendere la strada Nazionale che sale su per la collina di Tindari. La strada gira tra le campagne con diversi tornanti e dove tra una e l'altra si scorge il santuario in cima al monte. Una bella vista sul mare, sulle coste e sulla campagna intorno, con piantagioni di ulivi e altri alberelli bassi, con terra piuttosto asciutta e poca vegetazione spontanea. La strada è completamente vuota. Arriviamo quasi in cima poco prima del santuario ad un parcheggio anch'esso quasi vuoto. L'aria è calda ma piacevole e siamo tutte entusiaste a scoprire la nostra prima sosta.
La stradina che porta al santuario è piena di negozietti e bancherelle di souvenir, quindi deduciamo che è senz'altro un paesino molto turistico, ma non certo quel giorno. Ci sono anche tanti bar e ristoranti, ma la maggior parte sono chiusi, eppure è un sabato pomeriggio… Comunque, turisti pochi, anzi pochissimi, ci contiamo, noi sei siamo in maggioranza!
Arriviamo sulla piazza centrale davanti al santuario e rimaniamo subito colpiti dalla bellissima facciata della basilica, splendidamente illuminata dal sole in forte contrasto con il cielo azzurro! La costruzione appare semplice, lineare, rivestita di mattoni rossi, con un’arcata colorata e 3 statue bianche che si stagliano contro il cielo blu, rendendo la sua perfetta simmetria molto armonica e bella.

Infatti, anche se le origini di Tindari risalgono all'epoca greco-romana del 400 a.C., la costruzione odierna è piuttosto recente, iniziata intorno al 1500 e proseguita fino al secolo scorso dopo varie distruzioni dell’originaria fortificazione-chiesetta costruita sul paese romano abbandonato.

Entriamo in basilica. Ci accoglie una struttura luminosa con delle colonne chiare sagomate e grandi vetrate molto colorate. Davanti all'altare c'è la famosa Madonna Nera, una statua di epoca bizantina del VIII secolo in legno di cedro, sorretta in un baldacchino da 4 angeli in bronzo nero. La leggenda racconta che arrivò a Tindari con un'imbarcazione che la trasportava di nascosto per sfuggire dalla persecuzione iconoclasta dell’epoca.

Cupola con vetrate colorate
Bellissima vetrata prima dell'ingresso centrale

Baldacchino con angeli in bronzo nero che reggono la Madonna Nera
Nigra sum sed formosa = Bruna sono, ma bella!
Usciamo dalla chiesa e camminiamo lungo la balconata tutta intorno al santuario a strapiombo sul mare e la vista è semplicemente spettacolare. Il mare è di un colore celestiale dove si estende una conformazione sabbiosa con dei laghetti e una lingua di sabbia che immaginiamo essere un vero paradiso in estate per i bagnanti. Sono i laghi di Marinello. Ma oggi è proprio deserto, non si vede nessuno, tranne delle piccole imbarcazioni che sembrano solitarie senza nessuno sopra.

Laghetti e spiagge di Marinello
Giriamo intorno alla chiesa e sull'altro lato scopriamo l'entrata di una seconda chiesa, è il cosiddetto santuario antico, molto più piccola e barocca, e anche qui c'è una statua della Madonna Nera, ci sembra una scultura più moderna.
Santuario antico

Madonna nera del santuario antico

Mentre usciamo dal santuario antico vediamo arrivare in piazza una decina di cavalli con i loro fantini. Le ‘nordamericane’ sono entusiaste, si sentono nuovamente nel loro ambiente, dopo aver trascorso un'intera settimana cavalcando! La piazza si anima con un po' di gente e i cavalli vengono sistemati di fronte alla scalinata del santuario, un prete si mette di fronte a loro e pronuncia una breve benedizione per cavalli e fantini. Poi i fantini rimontano in sella e ritornano via dalla strada.
Ora leggo che proprio la settimana prima si era svolto il pellegrinaggio annuale per la Madonna Nera del Tindari, si svolge ogni anno tra il 7 e l’8 di settembre.


Benedizione di cavalli e fantini


Sono le 4 del pomeriggio e andiamo all'unico bar-ristorante aperto, proprio in piazza e prendiamo giusto un pezzo di pizza e qualcosa da bere perché vogliamo visitare il ‘sito archeologico delle Eolie’ che sta proprio dietro l'angolo. Le ‘nordamericane’ preferiscono rimanere sedute al tavolino e godersi la splendida vista sul mare. Noi altre tre invece facciamo i due passi al sito, senza troppe aspettative in realtà.
L’ingresso di soli 2,50 euro a persona, riserva la sorpresa di un sito non molto grande, ma con dei resti che sono davvero molto suggestivi per i nostri occhi e per la nostra fotocamera!
Conveniamo tra noi che davvero queste popolazioni greco-romane non si facevano mancare nulla, anche in luoghi cosi remoti e poco agevoli, avevano le terme e l'anfiteatro oltre ad una bellezza paesaggistica incredibile!

La cosiddetta ‘basilica’ resti di un ampio edificio probabilmente adibito per cerimonie o mercati


Anfiteatro
Basilica romana e cupola di quella cristiana

Riunite nuovamente tutte e sei riprendiamo le macchine e invece di riprendere l'autostrada tornando indietro a Falcone, si devia sulla via Nazionale verso Patti attraverso le campagne in discesa dal monte. Sulla cartina vediamo che l'autostrada passa in realtà in un lungo tunnel esattamente sotto al promontorio di Tindari, proprio sotto al santuario!
Siamo sull'autostrada che porta da Messina a Palermo, perfetta, agevole e con poco traffico. Questo tratto da Patti a Brolo Capo d’Orlando è piena di tunnel. Noi con la mia Concordia siamo avanti, ci segue sempre la bella macchina bianca delle ‘nordamericane’.

Ecco un bellissimo video del Santuario di Tindari:



Residence Testa di Monaco

Dopo un'oretta di viaggio usciamo a Brolo e prendiamo la strada statale 113 che ci porta dopo circa 6 km alla nostra destinazione di primo pernottamento siciliano: il Villaggio Residence testa di Monaco, proprio poco prima della cittadina di Capo d’Orlando.
La strada è appena 50 m sopra il livello del mare, ma per raggiungere l’ingresso al residence ci tocca scendere una ripidissima discesa.
Non sarà l'unica discesa / salita impegnativa del nostro viaggio, ma al momento non lo potevamo sapere!
C'è un panorama bellissimo, ma non devo distrarmi visto che in fondo alla discesa ci sono due ingressi stretti sulla destra e ho l'altra macchina subito dietro me. Opto per il secondo ingresso perché mi sembra più agevole. Ma dopo pochi metri da una sbarra ci viene qualcuno incontro che purtroppo ci dice che l'entrata del nostro residence è proprio l'ingresso precedente.  E ora? Gli spazi sono strettissimi, la mia Concordia non solo è proprio inadatta, ma fa anche fatica con le salite, e per di più a marcia indietro, ovviamente ho spento il metano, l'aria condizionata e ho fatto scendere anche i passeggeri! Comunque, sudando 7 camicie riesco a fare tutte le manovre per tornare indietro e prendere l'ingresso corretto.
L'altra macchina dietro a me invece fa in tempo a prendere l'ingresso giusto.
E finalmente sono in pianura a livello del mare, proprio là, accanto alla spiaggia e alla reception dove ci stavano già aspettando. Non ci sono molti turisti, anzi, forse siamo quasi le uniche. Infatti ci fanno scegliere il bungalow, le casette che vogliamo, anche se è per solo una notte.
Gentilissimi ci aprono diverse possibilità, siamo così eccitate e felici che creiamo qualche momento di confusione, ma poi scegliamo due casette vicine, una da 4 e l'altra da due persone. Ci sistemiamo velocemente con i bagagli ci infiliamo il costume da bagno, e andiamo subito in spiaggia a buttarci in quel mare al tramonto, una tavola d’acqua invitante come l’incantesimo della maga Circe dell’Odissea…ma senza trucchi!

Isole Eolie in vista!
L'acqua è calda, la spiaggia vuota e all'orizzonte si intravedono le sagome delle isole Eolie. Bellissimo, pacifico e rilassante! Ma questa distensione ci stimola anche la fame. Vogliamo andare al primo locale disponibile, rigorosamente a piedi, per carità non vogliamo prendere la macchina! Infatti, ci indicano una pizzeria sulla strada sopra il residence, che curiosamente è raggiungibile da dietro ai nostri bungalow con una scalinata che sembra di servizio, ma porta invece direttamente al ‘Ristorante pizzeria Baia Verde’ in cima sulla strada. Quindi una doccia ristoratrice e siamo pronte a salire.
Il ristorante è molto grande, ci sono alcuni tavoli occupati, ma non sembrano turisti, ma gente del posto. Finalmente siamo sedute davanti a stuzzichini appetitosi con le olive, una grande pizza per ciascuno e del vino bianco locale, che però non piace a nessuna di noi, troppo fruttato, stranamente torbido. Ridiamo molto per non far sapere che il vino non ci piace o che non lo sappiamo apprezzare, ma in compenso la pizza è davvero buona! Possiamo ora farci raccontare dell'esperienza a cavallo e noi del nostro breve viaggio in Calabria. La serata finisce piacevolmente anche grazie alla gentilezza del personale che si presta a farci varie fotografie di gruppo. Poi si riscende verso le nostre dimore.
La serata è calda e nelle stanze ci vuole l'aria condizionata. Una delle nordamericane smania per cercare il telecomando che non si trova. Nonostante l’orario, sono le 23, riusciamo a rintracciare i proprietari che abitano anche loro nel residence, gentilissimi ci fanno avere il benedetto telecomando. Siamo tutte contente e finalmente si può dormire tranquille, anche se noi 4 con l’aria condizionata accesa tutta la notte a palla! Meno male c'era invece una coperta per me!

Domenica 17 settembre

Io sono mattiniera e il pensiero di avere la spiaggia fuori dalla porta mi stimola a prepararmi velocemente per uscire. Anche Alicia spunta dal suo bungalow e facciamo una bella passeggiata sulla spiaggia davanti ai nostri bungalow. Il panorama è bellissimo e ammiriamo tutto il paesaggio alla luce del sole della mattina.

Piano, piano spuntano anche le altre compagne di viaggio e cosi andiamo tutte insieme attraverso un giardino con un suggestivo pergolato al locale dove ci aspetta una ricca colazione a buffet con pane fresco e moltissimi dolci casalinghi molto buoni, succhi, yogurt e tanto altro. Sedute beatamente fuori al sole di primo mattino, io penso alla salita che ci tocca fare di lì a poco!




Caricate le macchine, salutati calorosamente i gestori del residence, mando le mie passeggere a piedi su per l'inerpicata salita e mi preparo con la Concordia ad affrontare la pendenza di almeno 25% tutta d’un fiato. Il carrettone ce la fa, il mio cuore pure! Le nordamericane dietro me hanno una macchina grossa e potente, la fanno ad occhi chiusi!
Siamo sulla statale e tiro un profondo respiro di sollievo!

La salitona del Residence
La nostra prossima destinazione è Cefalù, a circa 90 km. Invece di prendere subito l'autostrada prendiamo la costiera di San Gregorio che passa dalla cittadina di Capo d'Orlando costeggiando il promontorio del Monte della Madonna, lato mare.
Si prosegue per tutto il bel lungomare Andrea Doria e poi quello di Luciano Ligabue (proprio in onore del cantante), una strada alberata da palme e costeggiata da case vacanze lato terra e un bel marciapiede ampio con pista ciclabile sul lato del mare. La giornata è sempre splendida, ma sulle spiagge non c'è proprio nessuno.

Il Lungomare di Capo d'Orlando
Facciamo qualche breve sosta fotografica e poi a Rocca di Capri Leone si rientra per prendere l’autostrada direzione Palermo. L’autostrada è a pagamento a prezzi molto contenuti rispetto a quelli sul continente. Si passa prevalentemente da lunghissime gallerie scorgendo ogni tanto il mare, traffico poco. Il macchinone bianco delle nostre compagne è sempre dietro a noi, Alicia si è messa a fare i conti per la suddivisione delle spese e Silvia tiene i contatti con foto e messaggi attraverso i social con parenti ed amici.
Dopo circa un'ora di viaggio si esce a Pollina Castelnuovo, molto prima di Cefalù, sempre con quell'idea di percorrere il più possibile strade panoramiche piuttosto che veloci autostrade.
Prendiamo la nostra fatidica ss 113 che porta lungo tutto il litorale e vediamo avvicinarsi la punta rocciosa di Cefalù.
La punta rocciosa di Cefalù in vista

Cefalù

Prima del nostro viaggio avevo individuato dei parcheggi custoditi segnati sull'amico ‘Google Maps’. Visto che avremmo spesso fatto solo delle brevi soste lasciando tutti i nostri averi in macchina, preferivo avere posti auto custoditi piuttosto che dover cercare tra le strade un parcheggio di fortuna magari con brutte sorprese finali. 
Infatti la scelta è stata azzeccatissima, prima perché sapevo anticipatamente dove andare, poi perché i costi dei parcheggi sono veramente abbordabilissimi, e terzo e non ultimo, abbiamo quasi sempre trovato del personale molto gentile, qualche volta il parcheggio aveva anche i servizi WC oppure altri servizi utili per il visitatore.

Giunti nei pressi del porticciolo turistico di Presidiana, vediamo i cartelli per il parcheggio che cerchiamo, l’International Service. Ci sarebbe aspettato una lunga salita sulla strada sotto il sole per raggiungere la cittadina di Cefalù, invece il parcheggio offre gratuitamente il passaggio con dei trabiccoli risciò elettrici che ci portano fino in cima dentro al centro città, assolutamente fantastico!
Siamo montate tutte e sei sul mezzo e felicissime di non dover farcela a piedi, arriviamo in cima.
Porticciolo di Presidiana con parcheggio

Ecco, qui vediamo che c'è del turismo, molta più gente che negli altri posti finora visitati.
È quasi mezzogiorno e dopo una breve passeggiata tra i primi vicoli della cittadina arriviamo nella piazza centrale brulicante di persone e vediamo sulla nostra sinistra il famoso duomo di Cefalù che sembra incastonato tra le pareti del promontorio, anche perché è ad un livello molto più alto della piazza. Ci si accede da un'ampia scalinata che saliamo, arrivando ad uno spiazzo antistante la facciata, un ampio sagrato a terrazzo delimitato da un'inferriata nera con delle colonne che sorreggono delle statue. Leggiamo che il sagrato svolgeva nel passato la funzione di cimitero.
Entriamo in chiesa ma c'è la messa, quindi aspettiamo un po' e nel frattempo leggiamo la sua storia:

Duomo con scalinata e le torri con i merli ghibellini e guelfi

Duomo, promontorio e case tutte incastonate

Il duomo di Cefalù

Il nome completo del duomo è: Basilica Cattedrale della Trasfigurazione e fu commissionata da Re Ruggero II di Sicilia (1095 –1154), conosciuto anche come Ruggero il Normanno. Infatti da queste parti e anche in altre città siciliane troveremo strade, piazze, bar e ristoranti intitolati in suo onore o ricordo. La leggenda racconta che Ruggero II scampato ad una tempesta fosse approdato proprio su queste spiagge e cittadina esistente e avesse fatto costruire la chiesa per voto, invece sembra avere più una natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.
La costruzione fu iniziata nel 1131. Ruggero fece fare i mosaici e due sarcofagi porfiretici destinati alla sepoltura sua e della moglie, ma Federico II se li prese nel 1215 e se li portò a Palermo, riutilizzandoli per sé e per i suoi familiari!
La costruzione in stile romanico con evidenti influenze arabe bizantine è proseguita nei secoli con abbellimenti e ricostruzioni. Ai lati della facciata si ergono simmetricamente due possenti torri normanne, con delle belle aperture bifore e monofore. Le torri finiscono con delle cuspidi aggiunte nel Quattrocento, una con merli a fiammelle o squadrate che simboleggiano il potere della Chiesa (guelfo), e l’altra con merli ghibellini (tipicamente a coda di rondine) che simboleggiano la corona del potere temporale (del re o imperatore).
Merli ghibellini a coda di rondine e merli guelfi squadrati o a fiammella
All'interno le colonne centrali sono fusti di granito rosa e due sono di marmo cipollino, con basi e capitelli del II secolo d.C. Alcune colonnine portano capitelli di eccezionale pregio, tra i più considerevoli nel panorama dell'arte medievale europea.
Ma la parte più bella e vistosa sono senz'altro i bellissimi mosaici dell'abside e del presbiterio con quel grande Cristo Pantocratore, realizzati da maestri bizantini di Costantinopoli tra il 1148 e il 1166. Decorazioni che si ripetono in molte altre chiese della Sicilia, con un’estensione e bellezza dei mosaici davvero incredibile, alcune di quelle sono sul nostro itinerario!
Cristo Pantocratore
Leggiamo che ci sarebbero addirittura alcuni resti strutturali e di mosaici paleobizantini del VI secolo. Mentre il soffitto presenta decorazioni dipinte nel 1243 ci sono anche diversi stucchi neoclassici di epoca molto più recente.
Dal 2015 il Duomo di Cefalù fa parte dei monumenti dell’UNESCO (Patrimonio dell'Umanità) nell'ambito dell'Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.


Mosaici del XII secolo

Colonnato della chiesa romanica bizantina

Tra resti paleobizantini e stucchi neoclassici
Nel frattempo si sono fatte quasi le 13 e ora abbiamo davvero fame, c'è l'imbarazzo della scelta, c'è chi prende la pizza, l'arancino o il gelato, facciamo una sosta tra molti turisti, senza troppe pretese, giusto per uno spuntino in questa piazza molto movimentata. Le nordamericane sono meno attratte dalle chiese artistiche e storiche, vorrebbero invece fare l'arrampicata ai resti del castello, in cima alla rocca che si vede dietro al duomo. Lassù c'è sicuramente una splendida vista, ma il nostro programma è di arrivare a Palermo, fare una breve visita alla città e poi arrivare fino a Cinisi dove loro hanno già prenotato l'albergo per tutte noi. Infatti due di loro domani mattina partono molto presto dall'aeroporto di Punta Raisi per rientrare negli Stati Uniti. Quindi niente rocca per questa volta.
Dobbiamo tornare al parcheggio e decidiamo di ritornarci a piedi e non con il trabiccolo, coraggiose! Certo, è tutto in discesa questa volta, ed è anche una bella passeggiata, possiamo apprezzare meglio la costa rocciosa con l’acqua limpida che si muove dolcemente negli anfratti.


Ecco un'altro bellissimo video di Cefalù

 

Sono le 13.30 e riprendiamo la strada prendendo la via del III Millennio (nome suggestivo!) senza passare per la cittadina di Cefalù.  Dopo qualche km arriviamo al casello dell’autostrada e prendiamo la direzione per Palermo. Facciamo circa 70 km costeggiando il mare, questa volta ci sono meno gallerie. La vista è piacevole, le strade non troppo trafficate e si viaggia proprio bene. Alicia fa sempre i conti che poi divideremo, Silvia posta le ultime foto sui social dei gruppi famiglia ed amici. Tutti vogliono sapere dove siamo.

Entriamo a Palermo

Percorriamo circa 70 km e arriviamo all'entrata di Palermo. Ora tutti sull'attenti, dobbiamo seguire le indicazioni per arrivare al parcheggio prescelto, controllando sempre che le nostre compagne siano dietro di noi. Le mie navigatrici sono bravissime nel darmi le giuste indicazioni ed arriviamo senza intoppi al primo parcheggio dove lasciare le macchine. Siamo a due passi dalla nostra prima destinazione: Le Catacombe di Palermo.

È una mia idea di visitarle, dopo che avevo visto tempo addietro un loro interessante documentario in TV. Le mie compagne non sanno bene di cosa si tratta, ma mi seguono semplicemente fiduciose. Facciamo appena 200 m a piedi e arriviamo alla piazzetta con un edificio basso e una scalinata larga, 4 colonne che vorrebbero ricordare uno stile neoclassico, ma del tutto insignificante e che effettivamente ricorda un cimitero… infatti lo è. Non ci sono turisti né visitatori, siamo le uniche. Si paga un contributo per l’entrata e veniamo avvertite che non si possono fare foto. 
Ma già all'entrata si rende chiaro il contenuto del posto… la temperatura è piuttosto fresca e una schiera di personaggi inermi posizionati alle pareti laterali ci danno un silenzioso benvenuto… e mi rendo subito conto che la mia idea non sembra riscuotere molto successo! Qualcuna delle compagne torna addirittura indietro ed esce quasi di corsa.

Le Catacombe dei Cappuccini

Si passa da lunghe gallerie scavate alla fine del '500 in stile gotico. Sono state scavate proprio per ospitare queste figure, ce ne sono tantissime, ognuna con il suo cartello indicando nome, professione, data di nascita e di morte. Sono tutte rivestite con i vestiti "della domenica" o facendo riferimento alla loro professione in vita. Ci sono salme di tutte le età, anche di bambini, e quelli sono le figure più toccanti. Ce n'è una in particolare, famosa per la sua perfetta conservazione, la mummia di Rosalia Lombardo, una bambina di appena due anni, morta nel 1920, una delle ultime salme arrivate alle catacombe.
Rosalia Lombardo - foto dal Web

Corridoio centrale - foto dal web

La storia racconta che nel 1534 i frati Cappuccini della chiesa di Santa Maria della Pace, avevano creato un cimitero in cui seppellire i propri confratelli scavando una fossa comune che si apriva, come una cisterna, sotto l’altare di Sant'Anna. I defunti venivano avvolti in un lenzuolo e calati dall'alto.
Ben presto, la fossa/cisterna divenne insufficiente e i frati iniziarono a scavare un cimitero più grande, le catacombe (così era definito “qualsiasi cimitero sotterraneo”) proprio dietro l'altare maggiore, utilizzando l'esistenza di antiche grotte. 
Nel 1599, una volta pronto, le reliquie furono traslate dalla prima fossa a quella nuova. Con sorpresa i frati si accorsero che 45 corpi erano rimasti praticamente intatti, mummificati naturalmente. Il fatto venne interpretato come un segno della benevolenza celeste, ed i frati decisero di non seppellire più questi corpi ma di esporli in piedi dentro delle nicchie poste tutte attorno alle pareti del primo corridoio delle Catacombe.
Dal sito: http://www.catacombepalermo.it/catacombe/origini

Anche se non sono state mai inventariate, si calcola che dovrebbero essere circa 8.000 salme, esposte lungo i corridoi, appesi alle pareti, inserite nelle nicchie o distese su dei scaffali in muratura.
Certo che questa macabra esposizione non è proprio una passeggiata divertente, ma è spunto di riflessione sulla fugacità della vita, sulle vanità terrene e sull'inutilità dell'attaccamento degli essere umani ai loro aspetti esteriori. Salme di tutte le età, sesso e ceto sociale… là, si finisce. Certo è che per farsi mummificare ed imbalsamare era costoso, quindi si deduce che le mummie appartengono prevalentemente a ceti benestanti, cosa che si evince anche dagli abiti: religiosi, commercianti, militari, borghesi.
Capisco perchè c'è il divieto di fare fotografie all'interno delle catacombe, semplicemente per rispetto, e per evitare che visitatori irrispettosi possano scattare macabre selfie. 
Per chi è interessato anche alle tecniche di imbalsamazione rimando a questo link ufficiale delle Catacombe dei Cappuccini.

Finita la visita e per qualcuno anche l’incubo, si riprendono le macchine per avvicinarci al centro di Palermo. Infatti si arriva al secondo parcheggio individuato proprio vicino alla storica Porta Nuova in via Amedeo. È grande, un po' nascosto dalla strada, ma non è custodito. Abbiamo qualche pensiero… non conosciamo la zona, ma vedendo le altre macchine non ci sembra un posto troppo brutto.
Porta Nuova all'entrata di via Vittorio Emanuele
Si sono fatte le 16 e ci incamminiamo per il centro di Palermo. Nessuna di noi era mai venuta prima, quindi è una sorpresa per tutte. 
Percorriamo la via Vittorio Emanuele (che non manca in nessuna città), e subito sulla destra c’è il palazzo dei Normanni, che visiteremo l’indomani, poi c’è il grande parco antistante. Ancora qualche passo e sulla nostra sinistra si apre la piazza con il grandioso edificio della cattedrale. La piazza è  tutta circondata da una balaustra sormontata da statue sulle colonne dei cancelli di entrata. Dietro al piazzale con qualche palma, si erge la cattedrale, un grande complesso color giallo mattone, con una cupola grande e diverse piccole. Ci sono delle torri, dei camminamenti sul tetto, finestroni e aperture orientaleggianti, uno stile che non si riesce a definire se non lo si legge nelle descrizioni. L’entrata principale alla cattedrale è laterale, attraverso un portico riccamente decorato con tre archi merlati.
Cattedrale di Palermo


Facciata di entrata laterale
Entriamo in cattedrale e prendiamo i biglietti per la visita della cupola e del camminamento sui tetti con un’attesa di appena 20 minuti.
Arrivato il nostro turno saliamo delle scale strette come quelle che ci sono in tutte queste costruzioni antiche. Tutte e sei siamo felici di poter sgranchirci bene le gambe, siamo tutte camminatrici e quindi ci fa piacere fare un po' di scale! Poi arriviamo ai camminamenti esterni e si apre una splendida vista sulla città di Palermo, si vedono i tetti delle case, le cupole delle altre chiese, la piazza sottostante, le cupolette verdi della cattedrale e verso l’orizzonte anche il Monte del Pellegrino e gli altri monti che circondano Palermo.





Le cupolette laterali verdi

Si cammina in cima al tetto lungo tutta la lunghezza della cattedrale fino alla cupola dove si fa il giro esterno. Non ricordo se la visita comprendeva anche la salita su una delle torri. Il cielo è coperto, c'è un leggero vento lassù, ma il clima è perfetto e senza soffrire il caldo, è una sensazione bellissima insieme ad un panorama molto suggestivo con il sole di tardo pomeriggio.


La Cattedrale e un po' di storia di Palermo

La Cattedrale di Palermo sorge in un'area dove c'era già stato un insediamento fenicio. La prima costruzione cristiana bizantina risale al 600 d.C. di cui è rimasta solo la pianta della Cripta. Poi è la volta dell'incursione Saracena nell'800 e la chiesa diventa una grande moschea (di cui rimane la scultura di un corano visibile su una delle colonne). Si dice che a quell'epoca c'erano più moschee in Sicilia che in altre città islamiche.
Dopo circa 200 anni di dominio islamico Palermo viene riconquistata dai Normanni e nel 1072 la chiesa viene definitivamente restituita al culto cristiano e riadattata, il minareto diventa campanile.
Nel 1185 la cattedrale viene nuovamente completamente ricostruita grazie al arcivescovo Gualtiero (probabile progettista). Visto il suo aspetto da fortino, nel passato è stato più simbolo di potere temporale che religioso. 
Per due secoli Palermo diventa capitale del Sacro Romano Impero con Federico II con convivenze relativamente pacifiche di molte religioni: cristiani, musulmani ed ebrei. La cattedrale viene rimaneggiata varie volte con influssi nordeuropei e medio orientali. 
In questo periodo Federico II si prende i due sarcofagi di porfido rosso dal duomo di Cefalù (di cui avevo già scritto nella descrizione sopra) e li utilizza per sé. Oggi i sarcofagi sono visibili nelle cappelle con altre tombe degli imperatori e dei reali normanno-svevi di Sicilia: Costanza II d’Aragona, moglie di Federico II; Enrico VI; Federico II; Pietro II d’Aragona; Ruggero II.
Ai lati i due sarcofagi trafugati da Federico II dal duomo di Cefalù
La piazza antistante (quella rialzata, oggi con qualche palmeto) era stata il cimitero della chiesa, cosi come lo avevano tutte le chiese dell’epoca. Nel 1574 viene smantellato il cimitero e fatto diventare 'piazza'. Una parte di questa fu utilizzata come area di 'fiera', e sede di pomposi spettacoli teatrali su temi religiosi con la partecipazione del monarca o imperatore del momento. 
Lavori di ricostruzione per cause sismiche, lavori di modifiche e di aggiunte proseguono nei secoli fino ai giorni d'oggi, arricchendo la cattedrale con molte opere artistiche: l'altare in lapislazzuli, affreschi, portali, sculture, soffitto e pavimentazione. 
Dal 2015 fa parte del Patrimonio dell'Umanità (UNESCO) in ambito dell'Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.

Soddisfatte tutte della bella visita e dei bei panorami torniamo verso il nostro parcheggio per prendere le macchine, e costatiamo con piacere che la nostra ansia era stata inutile, le macchine sono lì come le avevamo lasciato. Sono quasi le 18 e con abbastanza destrezza usciamo dal centro di Palermo e riprendiamo la E90 per Cinisi e in meno di un'ora arriviamo alla nostra seconda destinazione di pernottamento: Villa Florio, un bellissimo albergo a 5 stelle offerto dalle due compagne di viaggio che dovranno prendere l’aereo per tornare negli Stati Uniti proprio l’indomani.

Ci sistemiamo nelle belle stanze dell'albergo e andiamo subito a scoprire gli spazi esterni con i bei giardini e una piscina a sfioro da sogno, quelle con l'acqua a livello del pavimento esterno. Più in là c'è l'accesso alla spiaggia privata, ci andiamo a sdraiare sulle sdraio vuote e allineate per i turisti che non ci sono, e ci godiamo un tramonto che disegna panorami stupendi. Momenti di puro relax.




Poi arriva puntualmente il languorino e visto che l'albergo è lontano dal paese e non vogliamo riprendere la macchina, accettiamo volentieri l'offerta dell’albergo di un buffet aperto a prezzo fisso di 25 euro/persona. Ci accomodiamo ad un grande tavolo e possiamo davvero gustare una meritata cena.
È il compleanno di una delle amiche che partiranno l'indomani e il gentile cameriere organizza a sua insaputa una porzione di dolce con la candelina. Cantiamo, ridiamo e ci divertiamo, anche perché il locale è pressoché vuoto.
Facciamo finire la serata sul presto, ci salutiamo calorosamente visto che due del nostro bel gruppo partiranno nella notte riconsegnando la loro macchina direttamente all'aeroporto.

Buon viaggio ragazze!

Rimaniamo in quattro, il viaggio continua, a presto!

Tutti i post del racconto:
1 - Viaggio in Sicilia 2017 - prima parte
2 - Siamo in Sicilia! questo post
3 - Palermo e Monreale
4 - Agrigento - Ragusa - Noto
5 - Siracusa - Taormina - Catania
6 - Ritorno al continente
7 - Costiera amalfitana

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