Tappa 1 - da Porto a Mindelo

Matosinhos
Faro de Leica
Agudela
Labruge
Praia de Mindelo

La tappa programmata è di 16 km, non troppi, perchè va considerato che bisogna uscire dalla città di Porto, arrivando almeno al quartiere di Matosinhos, a nord della città, punto di partenza ufficiale per il Cammino. Dal centro a Matosinhos sono 12 km, a piedi lungo il fiume e con clima buono può essere una camminata molto panoramica anche se cittadina. Ma si può anche prendere un mezzo: la tramvia turistica che percorre gran parte del lungofiume, oppure il bus #500 o la Metro.
Tramvia turistica lungo il fiume Douro
Partiamo dal nostro ostello Change the World aspettando prima l’emissario di Gesù, al quale devo far aprire il portone dell'ostello per venire a prendere il nostro bagaglio. Pioviggina, la giornata non sembra promettere un granché. Tra l’altro io ho avuto una nottataccia, un malessere che non mi ha fatto chiudere occhio, quella bella crocchetta di baccalà con ripieno di formaggio la sento ancora sullo stomaco... 
Jane fortunatamente sta bene. Decido al volo di non andare a piedi come previsto giù fino al lungofiume per prendere la tramvia turistica che porta a Matosinhos, punto di partenza della nostra camminata, anche perché le corse iniziano tardi e noi vogliamo partire subito. Ci suggeriscono il bus #500 dalla stazione di San Bento, dove ci si arriva a piedi in discesa, io con molta fatica. Mi rendo conto che il mio malessere è molto peggio del previsto, ho una forte nausea e vorrei solo sdraiarmi. 
Arriva il bus #500, fortunatamente c'è posto a sedere, devo guardare fuori dal finestrino per non sentirmi ancora peggio. Non riesco a godere del paesaggio, e ad un certo punto devo prendere velocemente le mie buste nere dallo zaino, quelle che tengo sempre per qualsiasi evenienza, tipo le scarpe infangate, meno male ce l’ho!

Purtroppo mi tocca raccontare questi particolari, non solo per giustificare poi i cambiamenti dei piani, ma anche perchè sono situazioni che possono accadere, e che non devono per forza essere motivo di interruzione del viaggio, basta avere alcuni sacchetti a portata di mano... 😁
Arriviamo finalmente a Matosinhos, la povera Jane mi vede sconvolta e non sa che fare e cosa dire. Lei si sente bene e non ha ancora fatto colazione. Siamo nei pressi del ponte sul fiume Leca che dobbiamo attraversare. Vicino al ponte c’è un bel bar grande dove fare colazione, io prendo solo uno cha (tè in portoghese) con limone. Poi arriva il momento, dobbiamo affrontare il cammino.
Il fiume Douro e in fondo uno dei suoi tanti ponti
Installazione artistica che rappresenta una rete da pesca
Si parte, zaini in spalla e la mantella di plastica per la pioggia a portata di mano. Saliamo il grande ponte da una scalinata e lo attraversiamo tutto. Non riesco a godere della bella vista che si ha dal ponte, e a mala pena faccio una foto. Come previsto, dopo il ponte inizia il tratto costiero, si cammina accanto al mare lungo un'ampia strada che costeggia la periferia e un impianto di raffineria, che però non è così evidente come avevo notato su Google Maps
Ponte de Leça
Raffineria nello sfondo
Cappella di Boa Nova in un panorama nebbioso
Inizia a piovigginare, si passa dal faro di Leca e dalla Cappella Boa Nova. Il percorso è su un ampio marciapiede adibito anche come ciclabile. Dopo la Cappella iniziano le passerelle, quelle che ci accompagneranno per quasi tutto il tragitto in Portogallo. C’è però una pioggerellina incessante, fortunatamente non fa freddo. Non ricordo molti particolari del percorso, mi sento male e faccio fatica, ogni pochino mi fermo per buttarmi a terra e riposare un po' nonostante il terreno bagnato e la pioggia. Oggi sono una pessima compagna di viaggio, mi dispiace per Jane.
Cappella di Boa Nova
Faro de Leica
È già ora di pranzo. Dopo appena una decina di km e quasi 3 ore di faticoso cammino per me, nonostante l'estrema semplicità del percorso con totale assenza di dislivello su comodissime passerelle, arriviamo nei pressi della località di Lavra senza aver visto un solo locale o bar.
Straordinario percorso su passerelle perfette!
Siamo tra Agudela e Labruge. Chiediamo ad uno dei pochissimi passanti che ci indica un supermercato con bar interno (il Continente Bom dia Lavra) a 600m nell’interno del paese. Ci arriviamo, sotto la pioggia, io stravolta, non certo dalla fatica fisica quanto dall’orribile malessere che sembra accentuarsi ad ogni passo.
È ora di pranzo, Jane prende qualcosa al bar del supermercato, io niente. Mi viene una terribile crisi e corro in bagno. Fortunatamente è il bagno dei disabili, grande e pulito, per me comunque un disastro, ma poi è un piccolo sollievo. Mi fermo al desk e chiedo un taxi, ma sarebbe solo per clienti affiliati, poi si rende conto delle mie condizioni e lo chiama.
Il taxi arriva dopo poco. Siamo a circa 6 km dal nostro albergo, ma il taxi ci porta prima lontano dalla costa, prende l’autostrada, e poi dopo un gran giro arriviamo alla località di Mindelo e poi finalmente davanti all’edificio del nostro alloggio (successivamente verifico che il giro fatto era l'unico praticabile in macchina). Ormai non mi interessa quanto potrebbe costare tutto il giro, voglio solo arrivare in fretta! Ma alla fine sono solo 23 Euro e io sono felice di arrivare. Suoniamo alla nostra prima dimora di un appartamento privato, e purtroppo ci dicono che la stanza non è ancora pronta, di venire tra una mezz’ora…
Siamo a Mindelo, vicino al mare, un quartiere residenziale estivo, ora ad ottobre è deserto, non c’è nulla. Fortunatamente l'unico bar aperto è dietro l’angolo, siamo gli unici clienti. Io mi sento nuovamente malissimo.
Dopo 30 minuti di attesa torniamo alla casa, finalmente ci apre Tiago, il proprietario, un giovanotto di circa 40 anni. Chiediamo subito per il nostro bagaglio, ma siccome non avevano trovato nessuno in casa, l’hanno lasciato alla ‘Padaria da Barca’, (panetteria e bar) che è a circa 400 m dalla casa, quindi ci tocca andare a prenderlo.
Ma prima vediamo la stanza, c’è solo un letto alla francese pronto e un lettino da fare. Siamo nell’appartamento personale di Tiago dove lui affitta una stanza con bagno privato. Inizia a spiegarci in mezzo spagnolo tutte le caratteristiche e condizioni della stanza mentre sistema il lettino, visto che avevamo chiesto 2 letti durante la prenotazione. Vista l’estrema umidità del posto la stanza ha un deumidificatore, molto rumoroso e vedremo neanche efficace. Avremmo preferito un bel riscaldamento acceso per asciugare i nostri indumenti e le scarpe. La spiegazione si protrae e io voglio solo che vada via, ho bisogno di sdraiarmi. Dopo mezz’ora di spiegazioni finalmente se ne va. Ma prima di buttarmi sul letto, dobbiamo andare a prendere il bagaglio!
La Padaria non è lontana, ma per me è ancora una grande fatica. Il bagaglio è lì, Jane si compra qualcosa per cenare e torniamo a casa trascinando faticosamente il borsone. Finalmente mi faccio una bella doccia e mi metto al letto, e sto già decisamente meglio. Jane cena in modo molto precario sul suo lettino, mentre io prendo finalmente sonno.
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